Net Neutrality: le regole della Rete fra Europa e Stati Uniti

Più volte è stato ribadito che l’accesso ad Internet oggi è un diritto di ogni cittadino, per alcuni è parte integrante del diritto di cittadinanza. Questo diritto passa però per un fornitore, o meglio per tutti quei service provider e operatori delle telecomunicazioni che ci permettono di collegarci in un modo o nell’altro alla Rete globale.

In una reltà, quella contemporanea, dove sempre più persone e community sono collegate alla Rete, tutto ciò che la riguarda deve essere considerato di interesse pubblico. Perciò sull’accesso alla Rete si gioca una dei concetti più importanti e dibattuti negli ultimi anni dalle PA, dalle grandi imprese e non solo, ovvero la Net Neutrality.

Una prima accezione della Net Neutrality è quella che si esplicita nella necessità di evitare che gli operatori vadano ad interferire con l’accesso degli utenti ai contenuti: chi controlla un determinato servizio non deve avere la possibilità di discriminare l’utente, orientandone le scelte. La definizione più classica che si traduce con “neutralità della rete” si basa sul principio per cui tutto il traffico su Internet deve essere trattato allo stesso modo, senza privilegi per nessuno.  Il principale scopo delle Net Neutrality è quello di proteggere il valore di Internet, un valore necessario che deve aprirsi in maniera libera e svincolata in egual misura al consumatore, all’industria e alla società tutta.

Per tutelare questa componente su più paesi sono state tracciate linee guida e proposte di legge. A tale proposito balza subito il grande traguardo raggiunto negli USA in questi termini con la raccolta di regole sulla Net Neutrality inclusa dalla FCC (Federal Communications Commission), una grande vittoria di Barack Obama nella corsa per rendere Internet un posto più libero e equo. Quello della FCC statunitense è un esempio da seguire, anche se i campi di applicazioni e la convergenza non può essere del tutto sovrapponibile, i mercati e la concorrenza nelle due realtà sono differenti. Non ci potrà essere convergenza totale ma certamente si potrà seguire l’esempio statunitense negli elementi in comune.

Nell’UE il compito di regolare la concorrenza nel mercato della Rete e tutelare il valore all’accesso a internet è del BEREC (Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche). Dal 25 novembre 2015, l’UE ha adottato il regolamento 2015/2120 che definisce le regole riguardanti l’accesso ad Internet, che implica che sia aperto e che vieta le discriminazioni. Il legislatore europeo ha affidato al BEREC il compito di tracciare le linee guida atte a regolare l’implementazione delle nuove regole da parte delle autorità di ciascun stato membro. Il compito passato al BEREC è anche quello di portare chiarezza su alcuni concetti, con un approccio equilibrato e con il blocco delle azioni distorsive e quello di presentare delle normative a proposito di zero rating, gestione del traffico ragionevole e regolamentazione dei traffici specializzati.

Uno dei problemi che riguarda l’Europa è che nonostante tutto si fatica a mettere a sistema le intenzioni di 28 paesi, l’Europa pur volendo essere protagonista fatica sintetizzare le intenzioni di ogni stato membro. L’obiettivo di un’Europa come mercato unico digitale perciò deve sempre più seguire anche un’Europa come soggetto isitituzionale e politico unitario, tuttoggi la posizione è troppo ambigua. Proprio da un report del 2012 stilato dal BEREC emerge che molti operatori di stati membri UE hanno apposto delle restrizioni.

Il confronto tra UE e Stati Uniti per la Neutralità delle Rete vede due realtà al tempo stesso convergenti e differenti, sicuramente due mercati diversi dove la concorrenza è nettamente diversa (vi è un esercizio di potere e di mercato diverso tra Europa e USA) e dove sono estremamente differenti anche le infrastrutture a disposizione, gli USA sono fra i pionieri dell’adozione della BUL(Banda ultra Larga), in Italia invece questa componenente infrastrutturale e ad uno stadio di arretratezza che rappresenta uno dei tanti colli di bottiglia a livello di digital divide con conseguenze fondamentali anche per la Net Neutrality. Sul fronte mercato, a giorni sarà approvata dalla Commissione la proposta di legge AC2520 capeggiata dall’onorevole Quintarelli che si prefigge di promuovere la concorrenza degli operatori tutelando la libera scelta dell’utente.

Uno degli interrogativi e degli argomenti più in voga nel dibattito sulla Neutralità della Rete riguarda il blocco della Rete, un eccessivo controllo troppo restringente, infatti, può limitare e bloccare l’innovazione.

Un problema di fondo è che spesso, le piattaforme e le infrastrutture vengono create per eludere la neutralità della Rete, il consumatore più che mai diventa oggetto da salvaguardare. Quale sarà il giusto equlibrio tra libero mercato, apertura della Rete, tutela dell’utente e controllo?

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