Lo scarso utilizzo del Fascicolo Sanitario Elettronico: un vero peccato

A distanza di quasi un decennio dal suo avvento, il FSE (Fascicolo Sanitario Elettronico) resta uno strumento largamente inutilizzato dal sistema sanitario nazionale, dai medici e dai cittadini. Prima di individuare i motivi che ostacolano la piena fruizione di tale strumento, è bene partire da alcune definizioni e dalle finalità che tale strumento si propone di raggiungere.

Cos’è il FSE?

Da un punto di vista teorico, il FSE può essere definito come lo strumento con il quale il cittadino ha la possibilità di tracciare e consultare la propria vita sanitaria, condividendola con i professionisti in ambito sanitario al fine di assicurare un servizio più efficiente ed efficace. In sostanza, una piattaforma dove poter consultare gli esiti medici, le ricette prescritte dal medico, prenotare una visita ed accedere ad altri servizi analoghi. Il FSE è considerato dagli esperti del settore come una vera e propria rivoluzione per il sistema sanitario nazionale, che pone al centro del sistema l’assistito e i suoi dati sanitari. Quest’ultimo, attraverso il fascicolo sanitario elettronico, gode di diversi vantaggi, tra cui: meno carta, più sicurezza, meno prestazioni sanitarie superflue, concreto supporto nei casi urgenti/d’emergenza. Insomma, il FSE facilita sicuramente l’assistenza del paziente, oltre a rappresentare il principale fattore abilitante per il perseguimento di rilevanti incrementi della qualità dei servizi offerti in ambito sanitario, cosi come costituisce senza dubbio un passo sostanziale verso la digitalizzazione del sistema sanitario nazionale, obiettivo questo che necessita di essere raggiunto sia per migliorare l’efficienza e le qualità del servizio in generale sia in ossequio a quanto previsto dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), di cui abbiamo già parlato in sentieri digitali, in cui emerge la chiara volontà del paese di investire sulla digitalizzazione del sistema sanitario.

Cronistoria del FSE

Più precisamente, il FSE è stato ufficialmente istituito con il d.l. n.179 del 2012, il cui obiettivo era quello di rendere coerente e omogeneo il quadro normativo in materia a livello nazionale, visto che alcune Regioni (l’Emilia Romagna, ad esempio) si erano già muniti di strumenti analoghi mentre altre Regioni no, specialmente nel meridione. Infatti, a causa della frammentazione del sistema sanitario su base regionale, chi ha creato il proprio FSE ha ottenuto risultati soddisfacenti rispetto alle regioni che ci hanno puntato di meno. Il decreto Rilancio ha sicuramente facilitato l’attivazione del FSE, anche perché, ora, l’esplicito consenso del cittadino per l’attivazione non risulta più necessario. In effetti, i numeri per quanto concerne l’attuazione (e non l’utilizzo) del FSE sono piuttosto stimolanti ed incoraggianti (basti pensare che sono circa 53 milioni i FSE attivati nell’intero paese), con una pressoché equa distribuzione a livello regionale.

I motivi del fallimento

Malgrado i risultati incoraggianti derivanti dall’attivazione del FSE, la situazione relativa al suo utilizzo appare tuttavia grave e preoccupante. Dietro questo scarso utilizzo ci sono diversi motivi. I primis, la comunicazione: circa la metà della popolazione nostrana non ha mai sentito parlare di Fascicolo Sanitario Elettronico, il che merita una profonda riflessione. Altri sostengono che il problema risiede nell’organizzazione del fascicolo stesso, dove i contenuti sono organizzati per data e non per la tipologia di problema del paziente, rendendo estremamente difficoltosa la consultazione specialmente per le persone più anziane. In aggiunta, va detto che il cittadino può sempre eliminare i le informazioni e i documenti a suo piacimento dal FSE, ostacolando la consultazione di quei documenti che, ad esempio, i medici d’urgenza possono consultare lì sopra.

Il PNRR come svolta?

Di fronte a tali complessità, è evidente che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza vuole fortemente rilanciare l’utilizzo di tale strumento nel sistema sanitario nazionale, come di deduce facilmente dall’investimento 1.3 della Missione n.6 del Piano. In particolare, lo stesso Piano individua tre funzioni essenziali che il FSE deve esercitare:

  • fornire un database per i professionisti sanitari, attraverso informazioni cliniche omogenee che riguarderanno l’intera vita clinica del paziente;
  • assurgere a strumento utile per le ASL;
  • diventare un punto di accesso per cittadini e pazienti per il godimento dei servizi erogati dal SSN.

La speranza è che il PNRR possa svolgere un ruolo chiave in tal senso, attraverso degli sforzi coordinati e significativi delle regioni verso il rilancio di tale strumento, nonché verso la digitalizzazione dell’intero sistema sanitario del nostro Paese.

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