Nessuno ci ha mai insegnato a comunicare efficacemente e ad impostare in modi sani e costruttivi i nostri rapporti con gli altri, nonostante la comunicazione sia indispensabile, inevitabile e preziosa come primo mezzo di contatto. Impariamo a parlare e a scrivere ma non ad ascoltare e comprendere realmente l’altro in quanto diverso da noi. Riceviamo una formazione professionale senza alcuna formazione relazionale.
Dal punto di vista etimologico il termine “comunicare” rimanda al latino cum (con) e munire (legare, costruire) e dal latino communico (mettere in comune, far partecipe). È il veicolo dell’interazione umana e come tale s’intende un processo circolare che mette in relazione due o più individui, finalizzato alla condivisione di informazioni, emozioni, pensieri, conoscenze ed esperienze.
Nell’ambito di tutte quelle attività volte alla promozione della salute di genere, i cui obiettivi sono l’opportunità di salute alla nascita, la promozione della salute negli adolescenti, la riduzione delle malattie infettive, la promozione di stili di vita sani, lo stato di salute legato alle differenze di genere, ossia ridurre la mortalità della donna durante il parto, al cancro del collo dell’utero e della mammella, migliorare le aspettative di vita femminile riducendo mortalità, ingiustizie e comportamenti pericolosi, l’utilizzo di una comunicazione efficace ne costituisce una risorsa strategica.
Comunicare quindi vuol dire entrare in relazione. E la cura della comunicazione è una delle modalità attraverso cui si esprime la qualità della relazione.
L’utilizzo dell’empatia e dell’ascolto attivo, permette di stabilire una relazione con la donna e con chi l’accompagna ed essere in grado di attivare e sostenere comportamenti che ne favoriscono il benessere. Vuol dire quindi favorire l’empowerment sfruttando le risorse interne della donna, le sue potenzialità e le proprie energie, al fine di rendere autonoma ogni donna rispetto alla gestione della sua salute, in ogni fase della sua vita e di fronte ad ogni scelta.
Strategie comunicative messe in atto senza un atteggiamento empatico non sono efficaci. La comunicazione potrebbe risultare impersonale, poco spontanea, falsa e non attendibile. Una comunicazione “perfetta” ma senza empatia potrebbe ridursi semplicemente ad una strategia ad alto potenziale manipolativo.
Il counselling s’inserisce in un vuoto culturale come una risorsa e possibilità di risposta ai bisogni emergenti, pertanto la creazione di un portale inteso come punto di riferimento/filo conduttore tra professionisti e donne potrebbe rappresentare oggi un’opportunità e un’innovazione da offrire innanzitutto alle donne, ma soprattutto a se stessi per un miglior approccio nei confronti di queste tematiche.
Gli scopi sono quelli di fornire le corrette informazioni nel modo più efficace possibile, tenendo in considerazione prima di tutto i bisogni delle donne, attraverso una visione olistica, e mirare al potenziamento delle stesse con l’utilizzo dell’empowerment e dell’arte della maieutica, per migliorare la qualità della promozione nella salute di genere.