Luigi Rinaldi ci presenta Enry’s Island, un procreatore di startup tra Pescara e Dublino

Abbiamo avuto il piacere di fare qualche domanda a Luigi Rinaldi, fondatore e CEO di Enry’s Island, uno startup incubator tutto italiano con base a Dublino e Pescara. L’approccio dell’incubatore è particolarmente “a fuoco” e meticoloso: fin dal principio, nella gestione, si è deciso di concentrarsi su un portfolio contenuto di startup, scelta che, come ammette lo stesso Rinaldi, nasce proprio per consentire un elevato apporto in termini di mentorship e di providing di servizi. Una delle peculiarità sulla quale vuole far leva Enry’s Island risiede, inoltre,  nel ruolo attivo attuato nel fare networking, grazie anche alla partnership tecnologica con Lime5 e ad una selezione molto accurarata delle idee, delle competenze e dei capitali necessari su scala globale.

Quello di Enry’s Island è un progetto che è stato fin da subito molto apprezzato dal prof. Michele Costabile (ex amministratore di fondi d’investimento come Principia) che ha condiviso talmente tanto il progetto da diventarne Presidente.

Enry’s Island rilascerà a breve una nuova release del sito web corporate, con un nuovo look ‘n feel, ulteriori contenuti e feature innovative.

A voi l’intervista…

1. Il vostro startup incubator Enry’s Island è "fresco fresco" di inaugurazione. Perchè due basi, una a Dublino e una a Pescara? Come mai proprio la capitale irlandese?

In genere più che chiedermi "perchè Dublino?",  mi chiedono "perchè Pescara?". Dublino è certamente uno dei più interessanti hotspot dello startup eco-system europeo, oltre a Londra e Amsterdam. Enry’s Island opera a livello internazionale, non solo europeo. I nostri investitori, le nostre startup, in generale molti nostri interlocutori strategici operano in tutto il mondo.

Il nostro presidente, Michele Costabile, è uno degli esponenti più solidi ed "experienced" dello startup eco-system italiano, avendo guidato alcuni tra i più grossi fondi di venture capital italiani (presidente ed amministratore di Principia, Quantica, etc…).

Sono appena tornato da Menlo Park, dove stiamo valutando l’apertura di una branch americana.

Con un certo orgoglio, posso invece dire che ritengo invece che, paradossalmente, la scelta più strategica e realmente disruptive (termine ormai pericolosamente inflazionato) sia stata aver voluto realizzare l’Isola a Pescara. Una sorta di downshifting, di cui ho avuto bisogno mentre vivevo a NY, a Times Square. Mi rendevo conto di aver bisogno di uno standard di qualità della vita che l’Italia e pochi altri contesti possono offrirti. Quindi, dopo aver girato un po’ il mondo ed essermi confrontato con le tendenze più interessanti della Silicon Valley (quando non era così inflazionata come oggi), ho deciso che avrei ricreato un eco-sistema fertile in un luogo "inaspettato".

Pur non essendo abruzzese di nascita, ho trovato a Pescara le condizioni di vita ideali per generare idee ad alto potenziale e creare qualcosa di "fuori dal comune". Ormai vado solo a piedi, lavoriamo guardando il mare, abbiamo la montagna a due passi. Si mangia bene, insomma, siamo Italiani, in fin dei conti, per noi queste cose sono importanti.

2. Enry’s Island si presenta come procreatore di startup, in che modo si distingue dagli altri incubatori? Quali sono le peculiarità che lo caratterizzano?

Perchè limitarsi ad incubare organismi già concepiti.. quando la parte più divertente è proprio il momento del concepimento? Ci piace definire ironicamente così il nostro rapporto con le startup che vogliono e che meritano di vivere sull’Isola. Non ci limitiamo a metterle in vetrina e a venderle (come fossero prodotti da scaffale, allenando i founder in gare di pitching stile "Saranno Famosi").

Quando una startup approda sull’Isola (NB: non ricorriamo a call for ideas, perchè crediamo nel "non multa, sed multum", ovvero "non tante cose, ma tanto bene"), la sottoponiamo ad una fase di assessment (l’Enry’s Assessment), che le valuta in base al nostro paradigma Idee – Competenze – Capitali. Valutiamo quindi il valore, il potenziale dell’idea e quanto pensiamo di riuscire ad integrarla. Poi facciamo lo stesso con le competenze. E quindi con i capitali. Ne derivano dei programmi di accelerazione estremamente customizzati, 1-2-1, che possono durare da poche settimane e diversi mesi, in base alle necessità ed alle opportunità.

3. Quali sono i know-how che mette a disposizione Enry’s Island?

Enry’s Island apporta 3 tipi di risorse: idee, competenze e capitali, ovvero i fattori critici per il successo di una startup, come di ogni business. Il know-how che apportiamo non si limita, come nel caso di molti incubatori/acceleratori, alla mentorship o al coaching. Offriamo servizi e competenze operative alle nostre startup, grazie al nostro partner tecnologico Lime5. Avere un team di 15 senior "in-house" dà alle startup un enorme valore aggiunto in termini di apprendimento, confronto e stimolo professionale.

Le competenze vanno dall’AFC (amministrazione finanza e controllo) al business development, dal web marketing (con tutte le leve del web marketing mix, ovvero SEO, SEM, SMM, DEM, Display, Digital PR, etc…) alla comunicazione offline (ancora fondamentale, per emergere tra tante startup che di off-line non sanno nulla, sottovalutandone gli effetti) ai legals (incorporation, intellectual property, accordi con investitori, …), dall’organizzazione aziendale e dei processi di business allo sviluppo di codice (web, mobile, enterprise).

4. Le fonti di finanziamento di Enry’s Island?

Enry’s Island ha un network di investitori internazionali, estremamente diversificati per estrazione, provenienza, interessi, propensione al rischio, obiettivi finanziari. Un panorama così diversificato è fondamentale per rispondere alle necessità di startup ugualmente diversificate. Infatti la ratio del nostro portfolio è proprio la diversificazione, per abbattere il rischio. Tendiamo infatti a non accogliere facilmente 2 startup che operano nello stesso mercato, con business model simili, etc… .

5. Quante e quali sono le startup incubate attualmente?

Le startup che vivono sull’Isola sono attualmente 8. Hanno stage e IRL (investment readiness level) differenti (dal 2 al 6). Quelle più mature (che stanno preparando un lancio massivo sul mercato) sono Luxalia.it e Brandkloud. Entrambe molto promettenti, su tutti e 3 gli elementi di valutazione (Idee, competenze, capitali). Alcune hanno già chiuso round interessanti, con investitori estremamente conosciuti nel panorama internazionale. Il 2016 sarà un anno scoppiettante per molte di loro.

In genere si dice, come diceva il grande Steve che sia meglio fare il pirata che entrare nella "Navy". Noi pensiamo che sia ancora meglio vivere sull’Isola. Enjoy.

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