Il traffico, le tecnologie e la necessità di soluzioni

Ogni giorno ci arrivano news di nuove scoperte tecnologiche, ma non sempre queste sono legate ad un progresso concreto. La scoperta tecnologica può esistere, ma se non siamo in grado di sfruttarla o di applicarla nel contesto adatto allo sviluppo, da essa poco si rimedia.

Guardando al report diffuso in questi giorni da TomTom sui flussi di traffico, abbiamo focalizzato il nostro focus sul settore della mobilità e dei trasporti: è mai possibile che con le tecnologie esistenti non siamo in grado di migliorare la gestione dei flussi di traffico? E’ mai possibile che non siamo in grado di segnalare in tempo debito e con apposite comunicazioni incidenti, imprevisti e criticità?  Ormai quando si tratta i temi della tecnologia, dell’innovazione, del progresso, si millantano molte scoperte, ma ben presto nel concreto, ci accorgiamo che le soluzioni stentano ad essere implementate. I discorsi che raccogliamo da diverse fonti, talvolta,  appaiono piuttosto vetusti: è molto tempo che se ne fa riferimento, ma, troppo spesso, ciò che rimane ha poco a che fare con l’innovazione, ma semmai con l’obsoleto ed il già visto.

Ad esempio, altro interrogativo: è mai possibile che una metropoli come Roma sia tra le realtà peggiori in ambito nazionale ed internazionale? Ma ancor di più: è mai possibile che ancor più in alto nella graduatoria via sia Palermo, che per popolazione non raggiunge neanche gli 800.000 abitanti, quindi, che di metropoli ha ben poco?

Le opportunità messe in campo dalla tecnologia oltre ad essere tanto enfatizzate, vanno sfruttate applicandole in funzione dei contesti adeguati. In questo modo possiamo realmente innovare a livello di infrastruttura e predisponendo soluzioni e servizi efficienti.

Pensiamo ai collegamenti che si possono instaurare mediante le già consolidate tecnologie di rete, via cavo o wireless, pensiamo ai collegamenti con la LTE (Long Term Evolution) che con apposite connessioni e dispositivi può permettere il dialogo con autoveicoli e relativi conducenti, pensiamo, in tal senso, alle risorse dell’IoT (Internet of Things). Al solito, anche di questa opportunità, se ne parla molto, così tanto che si ha la sensazione che tale soluzione sia già obsoleta mentre invece in termini pragmatici deve ancora prender vita.

Dall’accurato studio, distribuio da TomTom (TomTom Traffic Index 2016), è emerso che nella gestione del traffico c’è ancora tantissima strada da fare, a livello globale e locale. Qui le tecnologie sembrano non essere ancora nate.

Il report che rileva, tra le altre cose, la classificazione del tempo perso in auto, si serve di un quatitativo di numeri che insidia i più grandi datacenter, con un sistema composto da 14 trilioni di dati anonimi trasmessi dal GPS ad un’apposita banca dati, in relazione a 295 aree urbane di cui sono stati misurati i dati di percorrenza, in ben 38 paesi analizzati. Palermo è la città più congestionata d’Italia, al 10° posto assoluto a livello mondiale, cosa che fa un certo effetto se la si confronta con le metropoli che la affiancano in graduatoria. Percorrere una strada significa in alcuni casi, come quello di Palermo, 38 minuti di ritardo che si accumulano ogni giorno durante i picchi di traffico, con un complessivo in un anno che raggiunge una soglia di 147 ore.  A Milano il traffico si congestiona maggiormente in un crescendo che dal lunedì raggiunge il suo apice venerdì. Mentre a Roma si mantiene una congestione costante durante tutta la settimana con martedì e mercoledì come giorni più proibitivi. Nel mondo in testa alla graduatoria troviamo Città del Messico che sopravanza Bangkok, in Europa la più trafficata è la città polacca di Lodz.

Una simile inefficienza grava sui costi, sullo spreco inutile di carburante, sulla dispersione di tempo e di lavoro, oltre che sulla competitività dei trasporti, specie quelli pubblici. Costi e tempi di trasporto incidono non poco anche sul Pil, con una riduzione di queste problematiche, l’incremento di quest’ultimo sarebbe assicurato.

Tale bilancio soprattutto si fa allarmante in tema di emissioni, che con queste criticità aumentano esponenzialmente, alimentando un ampio circolo vizioso, incrementando anche il rischio di malattie ed i costi sanitari.

Parliamo molto di ambiente, rifiuti, energie rinnovabili, dei temi assolutamente importanti ma dinnanzi ad un inquinamento così elevato si rischia di parlare a vuoto, senza conoscenza, e nello stesso tempo, ognuno per il proprio pezzetto di competenza. 

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