Ford e Volkswagen rinunciano alla guida autonoma

I sistemi di guida autonoma, per i quali finora sono stati dedicati annunci ottimistici e previsioni rosee sul loro utilizzo in larga scala, sono in realtà ben lontani da diventare una esperienza quotidiana per la maggior parte dei cittadini.

L’ottimismo sulle prospettive di guida autonoma ha subito un forte arresto dopo le dichiarazioni del colosso Ford, che ha annunciato la liquidazione di Argo AI, la società in joint venture con il gruppo Volkswagen concentrata sullo sviluppo completo del livello 4 di tecnologie e guida autonoma. Tale livello significa che la guida dell’auto non richiede alcuna interazione umana nel funzionamento del veicolo, poiché esso è programmato per funzionare in totale autonomia e per fermarsi nel caso del verificarsi di qualsiasi guasto al sistema.

Nel contempo, Ford ha motivato la sua scelta con l’intenzione di concentrare le proprie risorse sui sistemi avanzati di assistenza alla guida (ADAS), utilizzando però risorse interne, non condivise con altri competitor del mercato. Quindi, oggi per Ford è fondamentale per Ford sviluppare applicazioni L2+ e L3 straordinarie e differenziate che allo stesso tempo rendano il trasporto ancora più sicuro, poiché lo sviluppo e l’entusiasmo dei clienti per i vantaggi di L2+ e L3 ADAS giustificano il rafforzamento delle aspirazioni e dell’impegno a breve termine dell’azienda in quelle aree.

Argo AI è stato considerato un leader con solidi fondamenti tecnologici dalla maggior parte degli esperti del settore, quindi la sua chiusura è un segnale forte da non ignorare, come emerge anche dalle parole del  CEO di Ford Jim Farley: “i veicoli redditizi e completamente autonomi su larga scala sono molto lontani e non dovremo necessariamente creare quella tecnologia per noi stessi”, aprendo quindi alla possibilità di acquistare tale tecnologia dall’esterno. Infatti, le complessità di far circolare veicoli a guida autonoma nell’ambito di strade pubbliche trafficate presenza ancora notevoli ostacoli tecnici. Gli incidenti che si sono registrati nei mesi scorsi fanno capire che la tecnologia non è ancora matura, almeno quando ci si muove in aree che non sono georecintate in una posizione specifica.

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