La UE studia una regolamentazione della “gig economy”

Sono in corso negoziati con i legislatori dell’UE che vogliono una maggiore completezza rispetto sia ai governi dell’UE che alla Commissione europea, riguardo la normativa volta a offrire tutele e vantaggi ai lavoratori di aziende che operano on line, quali Uber e Deliveroo .

La bozza di regole annunciata dall’esecutivo dell’UE alla fine del 2021 sarebbe una novità mondiale e farebbe parte di una serie di leggi volte a garantire condizioni di parità tra le imprese online e quelle tradizionali. Nella loro bozza concordata alcuni giorni fa, i paesi dell’UE propongono che le aziende siano considerate datori di lavoro se soddisfano tre criteri su sette.

I sette criteri consistono nel controllare le prestazioni dei lavoratori attraverso mezzi elettronici, limitando la loro capacità di scegliere l’orario di lavoro e limitando i loro compiti, impedendo loro di lavorare per conto terzi, fissando un limite massimo di retribuzione, fissando regole sul loro aspetto o comportamento e limitando la loro capacità di utilizzare subappaltatori o sostituti.

L’esecutivo dell’UE ha affermato che le regole riguarderanno circa 4,1 milioni dei 28 milioni di lavoratori delle società di piattaforme online nei 27 paesi dell’Unione europea.

Il Parlamento europeo, che ha proposto le proprie modifiche a febbraio, vuole che le regole includano un elenco indicativo di criteri per determinare se un lavoratore è un lavoratore dipendente. Tali criteri includerebbero, se il lavoratore fosse soggetto a uno stipendio fisso, orari e orari di lavoro definiti e supervisione da parte del datore di lavoro.

I paesi dell’UE hanno affermato che i lavoratori dovrebbero essere informati sull’uso degli algoritmi utilizzati nei processi decisionali sul lavoro quando queste decisioni li riguardano, mentre i legislatori affermano che decisioni importanti per i lavoratori non dovrebbero essere prese da sistemi automatizzati.

Uber ha criticato le proposte sia dei paesi dell’UE che dei legislatori, ritenendo che “ci siano modi migliori per sostenere i valori sociali europei senza rimuovere l’indipendenza e la flessibilità che la maggior parte dei lavoratori delle piattaforme afferma di volere”.

Le maggiori criticità della bozza riguardano i principi per definire la demarcazione tra lavoro subordinato e autonomo e l’esigenza di migliorare la situazione dei veri lavoratori autonomi, ma si ritene che l’opera congiunta dei paesi dell’UE, dei legislatori dell’UE e della Commissione consentiranno di elaborare i dettagli necessari prima che il progetto diventi legislazione a tutti gli effetti.

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