Il Governo Meloni continua il suo lavoro mantenendo pressoché costante il consenso dei suoi elettori, come si evince dai sondaggi settimanali. Questa è la realtà, nonostante la stampa e numerosi talk show espongano una visione (anzi, una “narrazione”, con un termine oggi diventato di moda) fortemente negativa: ritardi nel PNRR, presunti scontri con le istituzioni nazionali, europee e gli altri Paesi dell’Unione, oltre ad un – invisibile agli occhi dei cittadini – dilagare del “fascismo”.
Nel silenzio della leader del PD, che si muove tra dichiarazioni prive di reale contenuto e vuote accuse di ogni genere alla maggioranza di Governo, il ruolo di vera opposizione è stato preso in carico da giornalisti e scrittori di sinistra. Il risultato è una collezione, ampia e ben articolata, di svarioni di ogni genere, che deludono i cittadini e consentono agli esponenti di centro destra di rafforzare la loro immagine e il loro prestigio.
Ne è stato un esempio eclatante la polemica sorta per il saluto degli Gruppo Operativo Incursori (GOI) alla parata del 2 giugno: sia Murgia che Saviano hanno sostenuto che il saluto rivolto dai militari sia stato il “saluto fascista”, ineggiando alla X Flottiglia Mas. Fatto smentito dalla Marina Militare in un tweet sul proprio profilo ufficiale, e poi ripreso da giornalisti non schierati nell’insulto – sempre e comunque – al Governo.
Sterili polemiche su episodi inesistenti, forzature per tentare di dimostrare una “deriva autoritaria”, oppure un “ritorno al fascismo” raccolgono sempre minori consensi, in quanto poi smentiti dalla realtà dei fatti.
Ma rappresentano l’attuale inadeguatezza delle forze “progressiste”, che appaiono divise ed in aperta concorrenza tra loro, a sviluppare un’idea di Governo che si distacchi dai vecchi slogan “tassare i ricchi”, con imposte patrimoniali il cui peso andrebbe però a gravare anche sul ceto medio proprietario della propria abitazione.
Intanto, l’economia è in crescita (1,2%), più di Francia e Germania,l’emissione Btp Valore ha raccolto finora ordini per quasi 15 miliardi di euro e lo spread è inferiore di circa il 13% rispetto ai dati di un anno fa. Risultati che fanno ben sperare per il futuro del Paese.