La necessità di procedere verso una transizione ecologica è sempre più pressante e l’Unione Europa ha fissato diversi obiettivi da raggiungere. Entro il 2030 le emissioni di Co2 dovranno raggiungere un livello inferiore del 55% rispetto a quello del 1990 e per 2050 è prevista una totale decarbonizzazione per un’Europa climaticamente neutra.
Arrivare a questi standard sarà arduo e sicuramente è necessario accelerare lo sviluppo della produzione di energia da fonti rinnovabili. Il nostro Paese in questo ambito ha fatto e sta facendo molto, basti pensare che già nel 2012 con il D.M. 06/07/2012 seguito dal D.M. 23/06/2016 e poi nel 2019 con il Decreto FER 1 ha promosso la diffusione di impianti di produzione elettrica da fonti rinnovabili attraverso la previsione di incentivi economici. L’Italia si è distinta nell’ambito della produzione di energia da fonti rinnovabili già ai tempi della direttiva 2009/28/CE, il cosiddetto “Pacchetto clima-energia”, che prevedeva per il nostro paese il raggiungimento entro il 2020 di un quantitativo di energia da fonti rinnovabili pari al 17%. L’obiettivo viene superato già nel 2018, anno in cui l’Italia arriva ad una percentuale del 17,8% complice un sistema di incentivi che hanno spinto la corsa verso le fonti rinnovabili. Ultimo intervento – come già detto – è il Decreto FER 1 che a partire dal 2019 ha dato il via a diversi bandi che termineranno per settembre 2021 per un totale di 7 bandi. La pubblicazione di ogni bando è seguita da un periodo di 30 giorni per la presentazione delle domande ed è compito del GSE produrre la graduatoria degli ammessi entro 90 giorni dalla chiusura del bando. Tuttavia, negli anni e, in particolare, con la presentazione del quinto bando si è assistito ad un calo dei contingenti assegnati. L’ultimo bando (il quinto) si è concluso destinando solamente il 12% del contingente messo a gara. Elemento che sicuramente impone l’aggiunta di nuovi bandi (come annunciato dal MiTE) ma che spinge anche a riflettere su una semplificazione nel settore realizzando, ad esempio, una piena digitalizzazione degli iter autorizzativi ed ammettendo anche gli impianti fotovoltaici su aree agricole improduttive. Queste sono solo alcune delle proposte che provengono dai protagonisti del settore, fondamentale è prenderle in considerazione soprattutto in vista del Decreto FER 2 che sviluppa ulteriormente la strategia di sostenibilità ambientale ed economica già promossa dal Decreto FER 1 e punta ad includere altre fonti fino ad ora escluse come il biogas ed il geotermico.