Democrazia e digitalizzazione: nuova frontiera della partecipazione

Il Movimento 5 Stelle da sempre sventola la bandiera della e-democracy ma qualcosa sembra essere andato storto

Crisi della partecipazione e digital democracy

Da anni il sistema politico italiano è afflitto dal crollo di uno degli assi su cui dovrebbe basarsi: la partecipazione. Stando alle rilevazioni più recenti, l’ISTAT rende noto che dal 2014 al 2019 la quota di persone dai 14 anni in poi che non partecipano alla vita politica è aumentato arrivando al 23,2%. In Italia sono ben 12 milioni le persone che non parlano, non si informano e non partecipano direttamente alla vita politica. All’interno dall’ampio settore della partecipazione politica che si declina sia in partecipazione diretta che indiretta, aleggia da anni la crisi dei partiti quali soggetti in grado di svolgere un ruolo di intermediazione tra elettori ed istituzioni. La crisi dei partiti tradizionali è stata investita anche dal fenomeno della digitalizzazione che oltre ad aver rivoluzionato il mondo della comunicazione politica ha aperto nuove frontiere sul lato della partecipazione. Maggiore risvolto è l’emersione dei partiti digitali, i quali perseguono l’obiettivo di rivitalizzare il rapporto con l’elettorato cavalcando l’onda della e-democracy. La volontà d fare breccia nel mondo della democrazia 2.0 con il raggiungimento di un sistema di democrazia diretta ha fatto il suo ingresso in Italia con il Movimento 5 Stelle. La piattaforma Rousseau è stata nominata dal Digital Democracy Report 2021 come una tra le migliori piattaforme internazionali di democrazia digitale.

M5S pioniere della e-democracy

L’iniziale percorso in ascesa dei pentastellati è noto a tutti; il partito ha attraversato molteplici mutazioni che oggi l’hanno portato ad una spaccatura. Oggetto di contesa sono i dati, linfa vitale per il mondo digital. La piattaforma Rousseau nasce con l’intento di rivoluzionare il modo attraverso cui fare politica, dando la possibilità di implementare un tipo di partecipazione attiva online. Il sistema è chiuso ed accessibile solamente agli iscritti. È proprio sul capitolo iscritti che si è infiammata la disputa tra ala governista (Conte, Di Maio, Crimi, Grillo) ed ala radicale con Casaleggio e Rousseau. Il fulcro principale della vicenda è che il Movimento 5 Stelle non detiene – come tutti i partiti – una lista dei propri iscritti che è invece gestita dall’associazione Casaleggio. L’associazione si rifiuta di cedere questi dati al Movimento 5 Stelle in quanto informazioni che dovrebbero essere detenute dal capo politico. Il no deriva dal mancato riconoscimento di Conte quale legittimo rappresentante legale del Movimento, posizione che trova come solida base la decisione del tribunale di Cagliari che si esprime percorrendo questa linea interpretativa.

La lotta per i dati

La questione sembra essere destinata a divenire una lunga battaglia all’interno della più vasta guerra istituzionale basata su una democrazia delle volte schizofrenica. La speranza era quella di essere approdati nell’era della partecipazione digitale senza eccessive problematiche. In realtà, la delicatezza della gestione dati è un cratere dentro il quale, girando nei meandri del digitale, è molto facile cadere. I dati nel digital sono potere e il potere nella polita è molto, se non tutto.

Altri articoli dell'autore

Advertisment

Puoi leggere anche...

567FansLike
1,441FollowersFollow

Ultime notizie

Agroalimentare e la sua filiera

I lettori di Sentieri Digitali hanno avuto modo di comprendere l’impegno costante per un settore così strategico del nostro Paese e dell’Europa. Nell’ambito della...

L’acqua

L’acqua vuol dire vita e quindi è un bene primario. Senza fare polemiche è ben rappresentare che la rete idrica del nostro paese a dir...

Comunità Energetica

Il Clean Energy for Europe Package è basato su una proposta della Commissione Europea del Novembre 2016 e definisce gli obiettivi e la strategia...

Vuoi avere le notizie aggiornate ogni mercoledi?

Iscriviti alla newsletter

LinkedIn
LinkedIn
Share