Alla recente notizia dell’addio di Gubitosi dalla posizione di amministratore delegato di TIM è seguita, a distanza di pochi giorni, quella della possibile nomina di Pietro Labriola come successore. Labriola è una persona di comprovata esperienza a livello nazionale e internazionale e ha da subito evidenziato come il mercato sia veloce, mandando un messaggio chiaro a tutti i suoi colleghi di TIM: sostiene, non a caso, che la velocità di innovazione e il cambiamento tecnologico impediscano al singolo di cambiare gli scenari all’interno della società, invocando al contempo la massima attenzione al cliente e ponendolo al centro delle strategie future.
Pietro Labriola potrebbe essere nominato amministratore delegato della società già dal prossimo 17 dicembre. Nel frattempo, il fondo KKR è oggetto di valutazione da parte di un comitato costituito ad hoc e con potere deliberante, che permetterà a Labriola di essere nominato direttamente senza passare dal consiglio di amministrazione. I componenti di questo comitato sono: il presidente Salvatore Rossi, Ilaria Romagnoli, Mariella Moretti, Paola Sapienza e Paolo Boccardelli; il comitato è coordinato dal collegio sindacale e la valutazione potrebbe essere affidata alle banche internazionali Barclays e Merril Lynch e all’italiana IMI Corporate and Investement banking del gruppo Intesa-Sanpaolo.
Telecom ha bisogno di serenità e di conforto e di tutte le risorse dipendenti TIM. La concorrenza è molto forte e serve una gestione responsabile, ma allo stesso tempo il governo dovrebbe cercare di proporre la presentazione di un piano in relazione alle risorse del PNRR. La sfida è rappresentata dalla rete unica: Telecom ha la gestione di Open Fiber al 50,01% e detiene quindi la maggioranza, i futuri scenari potrebbero portare ad una ridefinizione dei ruoli all’interno del mercato. L’uscita di Gubitosi, che purtroppo ha vissuto la gestione del titolo intorno agli € 0,333 cent senza mai toccare nemmeno un euro ad azione, ha innescato una reazione a catena che ha di fatto portato all’abbandono anche dello staff vicino all’ex amministratore delegato, ma certamente ci sono altri dirigenti che dovrebbero essere sostituiti per mostrare gente nuova sia all’interno che all’esterno. Il Paese ha bisogno di collocarsi in una buona posizione in ambito europeo nel digitale.