I politici sono bravi a fare lo storytelling puntando sempre alla scarsa memoria dei lettori e dei cittadini. Serve solo in circostanze ben precise, per poter dire: anch’io l’avevo detto. I politici sanno anche che le tecnologie digitali possono aiutare la democrazia di un Paese, che vuol dire anche coinvolgimento istituzioni-cittadino. L’era digitale che stiamo vivendo potrebbe essere un ottimo veicolo di dialogo per il governo, per il parlamento e le regioni, con il singolo cittadino, ponendo quesiti per avere supporti decisionali. Bisogna evitare di porre quesiti per un tornaconto ben preciso. Poter dire con semplicità: “costruiamo un palazzo per le istituzioni in una certa località? Cosa ne pensate?” La risposta è immediata e quindi un ottimo termometro di democrazia.
Poi i concorsi: è opportuno divulgarli il più possibile, almeno quei pochi che escono, affinché giovani che non hanno un euro da spendere, possano leggerlo ovunque e nello stesso tempo per mezzo delle TV o Radio locali, facendo passare la comunicazione come mezzo di servizio e di democrazia territoriale. Considerando queste piccole cose si rischia di non trovare sempre i medesimi cognomi, i medesimi riferimenti, e quindi creare sfiducia o assuefazione. In questi giorni vediamo possibilità di attingere a soldi pubblici anche a fondo perduto, per dieci mila euro, quali quelli per meglio posizionare un’impresa, e vi sono circa 100 milioni di euro. Qual’è il criterio, come si può verificare che il risultato è trasparente? Per quale motivo esce solo oggi, perché durante il periodo della gestione di un mandato si vede molto poco o quasi niente? Con ciò non sto pensando minimamente alle mance elettorali, ma sto pensando a un nuovo modello di comunicazione e di un rapporto significativo tra istituzioni e cittadini.
Ritengo che forse siamo nel Regno della fantasia, ma molti cittadini vivono ancora di speranza, di partecipazione, ed anche in buona fede, dobbiamo credere ancora che la gestione della cosa pubblica sia un fatto serio, non riservato a questo o a quel piccolo partito, ma bensì a tutti gli uomini di buona volontà.