L’Europa che non c’è

Da sempre la maggioranza dei cittadini italiani ha pensato alla istituzione Europa come parte integrante. Abbiamo scoperto che è un Europa unita, ma virtuale e pertanto immateriale. La Germania della Merkel è per l’Europa, ma prima la Germania. Macron è per l’Europa, almeno in campagna elettorale per essere eletto contro la Le Pen così tutta l’Europa ha tifato per lui, e poi oggi scopriamo che l’Europa è la Francia. Noi siamo bravi a fare lo storytelling, a raccontare come nasce l’Europa, a partire dalla CECA (Comunità Europea Acciaio e  Carbone) fino ad oggi. Grazie alla stampa ci conviciamo che l’Europa c’è e pertanto per un po’ di tempo almeno alcuni sono contenti. Renzi da Presidente del Consiglio aveva scoperto che il nostro Paese pur avendo dimensioni buone non contava nulla ed aveva deciso di presentarsi con voce e tono adeguato per aver anche lui un ruolo. La nostra illusione si trasforma in realtà (virtuale), parliamo di immigrati e Gentiloni dice finalmente che l’Europa ha condiviso la nostra proposta. Tradotta e materializzata cosa vuol dire? Gli immigrati ve li tenete voi. Si parla di liberalizzazione, va molto bene ma quando altri acquisiscono compagnie o società italiane da quattro soldi. Cosa fare? Un paese che ha oltre 2 mila miliardi di debiti deve pensare per essere credibile, in primis in ambito nazionale, facendo capire come intende procedere e se è opportuno rivedere questo grosso deficit, non solo in relazione a Maastricht, ma come politica paese. Se si intende creare una Comunità Europa serve anche l’Europa delle regole che valgono per tutti e possibilmente per tutti i 365 giorni dell’anno. Abbiamo delle aziende che vanno male, non possiamo contribuire con l’aiuto di Stato, vale per tutta l’Europa o solo per noi? La stampa, non si capisce perchè di tanto in tanto sposa questa o quella linea politica ed economica, la trasferisce ai propri lettori e non si riesce a capire se è una posizione di tipo tenico e quindi credibile, oppure è un supporto politico? Ed anche qui a corrente alternata. I giovani non trovano un posto di lavoro, la comunicazione pubblica ci dice che tutto va molto bene. Mentre un soggetto nascosto con voce tenue dice: “i consumi non crescono”, in sostanza io sto bene  ma non vado a comprare il cibo necessario. Il nostro Paese che molti di noi si sentono legati ed anche affezionati vorrebbero delle risposte diverse, quale ad esempio questo eccesso di burocrazia che non consente di fare niente. Ogni piccola iniziativa viene soffocata e quando qualche piccola cosa cammina gli si propone il Premio Nobel. Dovremmo essere, possibilmente, tutti un po’ più normali, capire che diffondere notizie non vere nel breve tempo comporta un boomerang per chi le ha promosse.

Dicevamo che i giovani non hanno lavoro e che si prevede per chi ha vent’anni di lavoro una pensione di 600 euro al mese circa, alcuni riportano tra le 400-500 euro. Nello stesso giornale troviamo scritto che Fazio, conduttore di Che tempo che fa (stando a quello che abbiamo scritto è un pessimo tempo) percepisce da parte della Rai circa 2 milioni, questo in un primo momento, poi si sono vergognati e lo hanno leggermente ridotto. E ci hanno anche ricordato che non rienta nei 250 mila euro in quanto è un uomo di spettacolo. Basta vedere “Che tempo che fa” che le persone si debbono tenere la pancia per le risate che riesce a trasferire durante il suo programma il tutto per convincerci che è uno spettacolo allegro. Il compenso va molto bene quando si tratta di aziende private, quando si tratta della RAI però il discorso è un po’ diverso, si pensi che fino a qualche tempo fa per il rinnovo della concessione si dovevano interessare Consiglio Superiore delle Telecomunicazioni, il Consiglio di Amministrazione, la Commissione di Vigilanza e chi più ne ha più ne metta. In questo momento è stata rinnovata ma nessuno sa niente. Rientra nel concetto di trasparenza pubblico-privato. Senza ricordare a nessuno che la RAI gestisce il servizio pubblico che viene pagato da coloro che tramite la bolletta della luce sono costretti a pagare il canone.

L’azienda è così brava che ha avuto un incremento di entrate molto forte senza tentare di organizzare l’azienda in modo adeguato, ma tanto, visto che paga il cittadino per motivi di riguardo e rispetto è meglio non informarlo e andare avanti.

I politici ritengo che siano anche capaci di leggere, di vedere e di ascoltare, non capisco come facciano a non prendere posizione, non per influenzare politicamente la RAI con due tre comparse in più in TV ma andando a redigere un’organizzazione che risponda alle esigenze dell’utente. Abbiamo avuto una corrispondente Rai dagli USA che per 6 mesi di seguito ha parlato solo ed esclusivamente di Trump. Alcuni si erano illusi che con questo tipo di comunicazione l’Italia piena di debiti avrebbe avuto la forza d ribaltare il risultato dei cittadini americani. 

Francesco Chiappetta
Il prof. Francesco Chiappetta, manager d'azienda, è stato docente universitario di vari atenei. Ha profonda esperienza comprovata da incarichi importanti in azienda leader nel settore delle telecomunicazioni. La sua esperienza diversificata ha l’obiettivo di fornire consulenza direzionale, innovativa e approfondita. E' iscritto all'albo dei giornalisti dal 2005, successivamente nel 2007 pone un’iniziativa editoriale, per la società Si -ies, fondando Sentieri Digitali E-magazine di creatività e tecnologia per la comunicazione d’impresa. L’obiettivo di Sentieri Digitali è dedicato alla Comunicazione d’impresa in senso lato: ovvero dalle grandi imprese alle pmi e gli artigiani, dai professionisti alle PA, dal Marketing agli obblighi d’informazione per le società quotate. L’intero contesto dell’e-magazine è incentrato sui passi evolutivi della trasformazione digitale.

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