La nomina di Francesco Caio, attualmente commissario all’Agenda Digitale, quale guida della commissione di tre saggi che dovrà analizzare lo stato attuale dell’infrastruttura di rete nazionale è il logico completamento di un incarico volto a unificare su un’unica responsabilità la strategia di sviluppo digitale italiano.
Se da un lato il sistema della PA presenta ritardi notevoli nella digitalizzazione delle procedure, elemento che costituisce un importante costo per lo Stato e le imprese, d’altra parte si lamenta in diverse zone del paese una insufficiente disponibilità di collegamenti veloci alla Rete. Infatti accade, in aree periferiche rispetto alle grandi città, ma dense di aziende, che il digital divide sia ancora significativo, nonostante gli investimenti finora effettuati sulla rete.
La rivoluzione digitale in atto chiede una infrastruttura di rete più moderna e potente, che sia in grado di supportare il raggiungimento degli “obiettivi 2020”. La tendenza globale è di un carico sempre maggiore del traffico dati, dovuto sia alla domanda consumer (giochi on line, film on demand, videocomunicazione, ecc) , sia alle esigenze di una PA che dovrà necessariamente modernizzarsi per ridurre i costi della gestione (la digitalizzazione della PA porterebbe risparmi stimati in 35miliardi di euro).
Ma non solo: il mondo delle aziende è destinato ad essere il maggiore beneficiario di una rete più efficiente e potente, poiché ciò significa migliorare la possibilità di cooperazione con altre imprese, in un nuovo paradigma collaborativo di “rete di aziende” che rappresenta l’evoluzione del sistema dei distretti industriali che è stato alla base dello sviluppo degli anni Sessanta.