Qualsiasi famiglia, qualsiasi organizzazione, auspica sempre di poter avere serenità, successo e se possibile anche soddisfazione. Il nostro Paese non è diverso dal resto del mondo e dall’Europa, ma siamo portati ogni volta a presentarci come soggetti o organizzazione a dir poco atipici. Non riusciamo a rispettare noi stessi ed il prossimo.
Abbiamo vissuto in questi giorni la perdita del giovane brigadiere e la stampa e il nostro Paese, ed anche quello degli Stati Uniti d’America, hanno parlato della benda agli occhi del ragazzo americano senza mai soffermarsi alla morte di un giovane di 35 anni sposato da 45 giorni e con una voglia e un entusiasmo di crearsi una famiglia e vivere la sua vita con impegno nell’arma dei carabinieri.
In una circostanza funebre il comandante generale dei carabinieri – Nistri – ha inteso sottolineare che era il momento di fermarsi e di rispettare la morte del giovane carabiniere. Siamo ormai abituati a sentire delle frasi che non diamo mai né il giusto peso e neanche da chi vengono dette.
Continuiamo a parlare di Salvini e un altro Di Maio, favorevoli e poco favorevoli alla TAV; l’uno che chiama l’altro “quello là” ed è molto giustificato in quanto probabilmente è carente sia della conoscenza del diritto, dell’organizzazione dello Stato e del proprio ruolo. Ma non vuol dire, tutto passa in cavalleria; buttiamo tutto dietro le spalle senza pensare che stiamo vivendo ed attraversando un momento di altissima difficoltà per la nostra repubblica italiana.
Ormai, il Papa viene teoricamente ascoltato ma per la prima volta l’8 per mille degli italiani è inferiore rispetto agli anni precedenti. Ma allora cosa stiamo sbagliando? Cosa dobbiamo fare? La risposta è complessa per motivi giornalistici mi viene da dire cercare di essere più seri con noi stessi, con gli altri, cercando di rispettare il prossimo non a parole o con demagogia ma con fatti concreti possibilmente senza estrinsecarli. Il cittadino deve capire la bontà del prodotto, il cambiamento e se condivide o meno l’impostazione politica e governativa di un Paese.
E’ ora di finirla e vedere chiaramente prefissati i pregiudizi con risposte già scritte, vecchie e vetuste.