La questione meridionale, i giovani e la trasformazione digitale

In questi giorni abbiamo notato che un altro tema molto dibattuto, anche dirimpetto alle vene di autonomia del nord, è quello della questione meridionale (probabilmente un meridionale che sta in fondo allo stivale e che potrebbe essere legato alla competizione elettorale della Sicilia). Quanti di noi hanno letto Minghetti, Giolitti, Salandra per arrivare a De Gasperi, che hanno sempre parlato del Meridione, dei suoi malesseri, delle sue difficoltà, delle sue incertezze con programmi mirati, a partire dal ruolo della Cassa per il Mezzogiorno. Il mondo sta cambiando, ma secondo voi il Meridione non fa parte del mondo? Se così è che anche loro del meridione sono cambiati, dovremmo metterci tutti insieme con uno sforzo non piccolo a trovare un qualcosa di diverso che chiameremo nuovo “modello italiano”. Inserendo  i punti cardine che Calenda ha dettato con l’industria 4.0, con Europa Digitale e l’Agenda Digitale Italiana. Il mutamento del sistema manifatturiero che converge sempre più verso il comparto servizi. Per fare ciò Sentieri Digitali ha sempre sottolineato che non è sufficiente emanare un provvedimento normativo per cambiare il Paese. Nel passato sembra che uno ci sia riuscito e che abbia detto: “Lazzaro alzati e camminia”, ma era ritenuto un padre eterno.      Noi comuni mortali dovremmo pensare a fare si formazione di tipo generalistica ma poi nel concreto entrare nello specifico.

Non possiamo pensare che i giovani che vengono ad essere occupati presso istituzioni pubbliche o private, vedi programmi tipo Garanzia Giovani, siano poi chiamati a fare dei corsi di formazione unilaterali per 20-30 giovani che magari hanno trenta esperienze lavorative diverse, alla quale gli si cerca di propinare, ad esempio, principi elementari di contabilità aziendale, con tutto il rispetto per la materia. Per carità tutto è utile, però ritornando in azienda è difficile che portino un valore aggiunto rispetto al lavoro che svolgono quotidinamente. Questa non è una critica ma solamente una questione che rientra nel contesto generale di riformulazione di un modello innovativo. Non è possibile parlare di smart agriculture, di fabbrica intelligente,  della rivoluzione del 5G,  di oggetti che comunicano tra loro, di uomini che trasmettono e acquisiscono dati con gli oggetti e degli oggetti che rispettivamente acquisiscono intelligenza? Lo scenario del 5G sarà veramente una rivoluzione, non semplicemente per dispositivi indossabili come l’iWatch, che sembra un ottimo prodotto commerciale, ma anche per la mobilità intelligente, con priorità di traffico, parcheggi, smart mobility, ma anche sanità digitale, qualità dell’acqua, comunicazione automotive, gestione degli approvvigionamenti energetici, domotica, reti intelligenti, smart home… Tutta questa elencazione merita più di una riflessione e di uno svolgimento, in particolare se si parla di innovazione e competenze digitali nel lavoro. Per ciascuna materia vi deve essere un proprio tema innovativo e digital che non è trascurabile e quindi  puntare ad una formazione adeguata. Non proprio come fa la Germania per il 4.0, ma almeno avvicinarci. Cosa manca? La materia prima è il corpo docente e quindi chi eroga la giusta formazione al giovane. Oggi il più delle volte il giovane, ancora una volta, è un autodidatta che per svariati motivi, passioni e per necessità si sforza nel crescere e non rimanere al posto dei cattivi, e in questo caso non per colpa sua.

Questi sono temi che meritano attenzione e sono temi che veramente importanti da trattare oggi nell’immediato, che custodiscono il nostro bene nel domani. Questo Renzi era partito bene, anche se non gradito a tutti, soprattutto nella terminologia un po’ “sguaiatella” della rottamazione; superandolo, proviamo a trovare un sinonimo che voglia dire, per esempio, cambiamento.

Francesco Chiappetta
Il prof. Francesco Chiappetta, manager d'azienda, è stato docente universitario di vari atenei. Ha profonda esperienza comprovata da incarichi importanti in azienda leader nel settore delle telecomunicazioni. La sua esperienza diversificata ha l’obiettivo di fornire consulenza direzionale, innovativa e approfondita. E' iscritto all'albo dei giornalisti dal 2005, successivamente nel 2007 pone un’iniziativa editoriale, per la società Si -ies, fondando Sentieri Digitali E-magazine di creatività e tecnologia per la comunicazione d’impresa. L’obiettivo di Sentieri Digitali è dedicato alla Comunicazione d’impresa in senso lato: ovvero dalle grandi imprese alle pmi e gli artigiani, dai professionisti alle PA, dal Marketing agli obblighi d’informazione per le società quotate. L’intero contesto dell’e-magazine è incentrato sui passi evolutivi della trasformazione digitale.

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