GoDaddy si lancia sui servizi cloud

GoDaddy, azienda che si occupa di servizi di web hosting e registrazione domini, sta introducendo una nuova serie di servizi cloud, in questo modo si propone di migliorare e rendere più completo il pacchetto servizi in offerta, nonché accrescere le revenue derivanti dai 14 milioni di piccoli e medie imprese che compongono la maggior parte dell’attuale utenza. I nuovi servizi riguardano cloud server e cloud application, lo stile è quello degli Amazon Web Services, con la quale l’azienda mira a costruire, testare e rendere scalabili le soluzioni cloud nelle proprie infrastrutture.

GoDaddy entra in questo mercato mirando non tanto agli sviluppatori di app ad alto profilo, ma bensì guardando alle piccole imprese che si stanno muovendo verso i servizi cloud. I pacchetti prevedono sistemi di pagamento seguendo un modello “pay as you go”(a consumo), e partono da una quota di 5$ dollari al mese per l’opzione da 20 GB ($0.01 all’ora), 512 MB di memoria, un processore 1 core, 20 MB  SSD Disk e 1TB di traferimento, fino all’opzione da 80$ dollari al mese ($0,12 all’ora), per avere in dotazione 80GB, 8GB di memoria, 4 core processor, 80GB SSD Disk e 8TB di trasferimento.

Con questi nuovi servizi in stile Amazon, GoDaddy si prefigge l’obiettivo di riempire una nicchia di mercato che attualmente Amazon Web Service non sta servendo, ovvero, la categoria di tutte quelle piccole e medie imprese e quei professionisti autonomi, che hanno bisogno di servizi e che vanno a complementare un’ampia categoria di business che non per forza deve collegarsi direttamente al mondo del cloud computing.

Abilitare le PMI, permettere loro di attivarsi e crescere è una delle grandi missioni di GoDaddy, pensiamo a quanto tempo passa (spesso troppo) prima che un’azienda si decida a portare il proprio business in un data center dedicato. L’azienda, dunque, si sta muovendo e ampliando il business ai servizi cloud, già la recente acquisizione(settembre 2015) della public cloud customer division di Apptix per 22,5 milioni di dollari, faceva presagire una strategia di apertura al cloud nel breve periodo. Ancor di più, se si considera, che l’anno scorso è stato lanciato GoDaddy Pro, un portale che permette agli utenti di fruire della piattaforma GoDaddy per varie attività SaaS.

Tale azione di approdo nei server e negli applicativi cloud, avviene in un periodo interessante di sfida e incremento della competizione tra Amazon e altri providers. Sugli alti profili, Amazon AWS sta dominando largamente il mercato per le aziende che costruiscono o sviluppano app nel cloud, essendosi ”accaparrata” le più grandi aziende del mondo B2C. Di recente, però, ci sono stati diversi movimenti di grandi realtà collegate al cloud, vedi Dropbox, Spotify con Google, ed Apple.

Tutti questi cambiamenti, magari, non rischiano di avere un impatto duraturo sulla stabilità di fondo di AWS, ma tuttavia sottolineano la competitività nel mercato ed un comune intento aziendale orientato a prendere diversi settori di business, in questo campo, con la consapevolezza che ciò possa offrire diverse opportunità.

Per GoDaddy, tale fervore competitivo è stato rappresentato dalla costruzione in tempi relativamente brevi di alcuni aspetti fondamentali della piattaforma in outsourcing, determinante l’apporto con Bitnami, una startup dell’incubatore Y Combinator, che offre agli utenti una libreria di circa 130 apps e ambienti di sviluppo che gli utenti possono utilizzare e implementare in host con GoDaddy.

GoDaddy, dunque, sta costruendo una suite di servizi per le web company e le piccole imprese atti a favorire la costruzione di touchpoint con i consumatori che inizialmente andavano su GoDaddy solo per registrare un host, oppure, un dominio, e che in passato erano costretti ad altri fornitori per gestire il resto del proprio business online. Una grande svolta aziendale, staremo a vedere se tale strategia verrà premiata.

I GoDaddy Cloud Server saranno integrati con i domini GoDaddy ed i servizi DNS. Questa nuova offerta cloud di GoDaddy sarà avviabile in 26 lingue, 44 paesi e 53 mercati.

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