Queste Presidenziali 2016 certamente si stanno distinguendo per alcune delle campagne pubblicitarie più originali ed efficaci di sempre, nel settore dei video ads questa è, a detta di molti, un’annata che si farà ricordare.
Troppo spesso, nella comunicazione e nella pubblicità in ambito politico, si pecca di scarsa originalità: il format è sempre lo stesso, le agenzie creative prediligono la prudenza e non amano osare, e ciò che ne emerge è una comunicazione noiosa che adotta le solite formule trite e ritrite. Ma talvolta accade, come nelle presidenziali di quest’anno, che per alcuni candidati il solito approccio e percorso comunicativo apatico venga rotto con qualcosa di nuovo in grado di rompere gli schemi e sviscerare una nuova strategia creativa originale e convincente.
Per Daniel D’Addario questa del 2016 è l’edizione di gran lunga migliore sino ad oggi. D’Addario per il Time, a tal proposito, ha selezionato 6 campagne video che hanno dimostrato approcci strategico-creativi interessanti, talvolta nuovi ed, in diverse accezioni, efficaci. A seguire vi elenchiamo, una ad una, tali preferenze:
“These Hands” Ben Carson
Carson sfrutta l’arma migliore che ha in dote, la più riconosciuta, le sue mani, che caratterizzano la sua esperienza in sala operatoria, e le assoccia alle mani dei suoi supporter, che hanno lavorato e vissuto nei settori più svariati. Le mani di Carson riproposte insieme a quelle dei suoi supporter creano engagement e riconoscimento a sostegno degli argomenti fondamentali della mission di Carson, votati al progresso, allo sviluppo e alla upward mobility.
“Children” Hillary Clinton
Decenni sotto i riflettori si sono trasformati da una potenziale debolezza in una risorsa. Utilizzando diversi clip montati assieme, formando un singolo discorso, a proposito del proprio impegno per i bambini, la Clinton snocciola un concetto cruciale per la campagna: nonostante tutte le trasformazioni e le reinvenzioni, lei non ha mai perso il suo obiettivo principale.
“Cruz Christmas Classics” Ted Cruz
Nelle campagne di comunicazione, le immagini di famiglia immerse nel caldo e affidabile contorno natalizio, non rappresentano una grossa novità comunicativa. Ma nell’annuncio di Cruz, la differenza la fa la polemica controversa messa in scena, che vede la famigliola Cruz tutta riunita nel divano ed impegnata a leggere alcune favole, dove il contenuto è ricco di messaggi che vanno a bersagliare l’IRS e Obama. Condita di un sottile nichilismo, l’ads di Cruz si presenta come un raro annuncio d’attacco, con una singolare provocazione che in qualche mondo diventa suggestiva e certamente rimane nella memoria.
“15 questions Marco won’t be asked at the debate” Marco Rubio
Rubio passeggia dietro le quinte parlando ad un interlocutore che non vediamo, da questa conversazione che ci rende interlocutori in soggettiva, apprendiamo alcune preferenze e opinioni su temi non propriamente politici, come ad esempio il fatto che il senatore ama l’HBO ballers e che ritiene che Batman potrebbe avere la meglio su Spider-Man. Tali temi dal basso peso specifico e trattati con tono rilassato, hanno il pregio di farci vedere l’uomo e la politica da un efficace approccio non convenzionale.
“America” Bernie Sanders
Bernie Sanders non è molto sentimentale e, perciò, ha pensato bene di lasciare il compito di smuovere gli animi ai “Simon and Gurfunkel”, servendosi di una loro canzone per alzare l’asticella dell’emotività. La canzone “America” suona mentre si racconta con le immagini, senza parole, una specie di messaggio rivoluzionario, con i tratti del socialismo, in un confortevole ambiente di nostalgia degli anni ’60.
“JEB: for all your sleeping needs” Donald Trump
Un video di 15 secondi su Instagram riprende un elettore che sembra sonnecchiare ad uno speech di Jeb Bush, il mood sembra quello di uno spritoso promo per un sonno migliore. Da questo montaggio del discorso di Bush, che vuole far leva sulla noia ed il basso profilo, si palesa il marchio di fabbrica di Trump, fra senso dell’umorismo e tono "bulleggiante", è al contempo scorretto e divertente.