Industria 4.0: i competence center pronti al debutto

Il 30 aprile è stato il termine ultimo per la presentazione della domanda da parte degli atenei per l’avvio dei Competence Center, poli di trasferimento tecnologico, che rappresentano uno dei pilastri della fase 2 del piano Industria 4.0. Vediamo le università che intendono candidarsi e conquistare le risorse messe a disposizione dal Mise – Ministero dello Sviluppo Economico (40 milioni).

Il Politecnico di Milano ha presentato un progetto per un competence center destinato alla manifattura digitale (sistemi cyber-fisici per il manifatturiero avanzato), con l’obiettivo prioritario di sostenere la trasformazione delle PMI: attività di accompagnamento/orientamento e formazione a cui si affiancheranno iniziative di trasferimento tecnologico. L’obiettivo – spiega il rettore Ferruccio Resta – è quello di costruire un servizio di valenza nazionale che offra un sostegno concreto al cambiamento: non quindi un laboratorio di ricerca ma un vero centro di competenza industriale. Una trentina di imprese partner selezionate, aziende che daranno sostegno finanziario diretto ma anche tecnologie e ore/uomo.

Una trentina le aziende selezionate anche dall’ateneo di Padova, capofila di un progetto che coinvolge praticamente tutte le università del Triveneto oltre a Fondazione Bruno Kessler e Istituto nazionale di Fisica Nucleare e si concentra sulle tecnologie “Smact” (ovvero Social network, Mobile platforms & Apps, Advanced analytics and Big Data, Cloud, Internet of Things).

A Torino, il competence center sarà composto dall’Unione Industriale, da due atenei cittadini e 27 aziende, e si occuperà dall’internet of things all’intelligenza artificiale, passando dall’informatica per la sicurezza (a tutela dei dati e della tutela intellettuale) e concentrandosi soprattutto sulla manifattura di domani. Sarà una sorta di palestra in cui impratichirsi, per poi passare direttamente all’applicazione dell’industria 4.0.

L’Università di Napoli Federico II e altri sei atenei (compreso Regione Campania e Puglia) puntano su progetti di integrazione di filiera e di sistema con ricadute prioritarie per i settori automotive, aerospazio, ferroviario, canteristico.

L’Università la Sapienza di Roma, insieme alle altre università di Roma, Cassino, l’Aquila hanno proposto un centro di competenza sulla cybersecurity, con un focus previsto su automotive, e-health e aerospazio.

La Scuola S. Anna di Pisa, insieme alla Normale ed altri atenei, toscani e non solo, puntano alla robotica, area che presidia da anni, anche se i progetti si allargano anche ad altri capitoli di Industria 4.0 (cloud, big data).

Bologna (insieme a Modena-Reggio Emilia, Ferrara, Parma, Cattolica di Milano, Cnr e Istituto nazionale di Fisica Nucleare) propone un progetto a tutto campo che spazia dal 3D alla sensoristica, dai big data alla logistica, con una cinquantina di aziende già selezionate.

In corsa anche Cagliari, con un progetto che riguarda temi dell’Ict e delle telecomunicazioni (Huawey, non a caso, è tra i partner) e che vede il coinvolgimento di sette aziende.

Come si vede le proposte per i competence center sono tutte molto interessanti, ma le risorse limitate, quindi alcuni di loro rimarranno fuori.

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