È un momento particolare per la vita del nostro Paese, siamo ancora in piena crisi o siamo usciti dalla crisi? Secondo noi serve impegno, produrre ed avere una burocrazia più equa, abbiamo bisogno di trasparenza, regole chiare e non di ostacoli quotidiani. Vediamo alcuni aspetti: serve una buona interoperabilità, una comprensione sul come utilizzare i dati e nel trasmetterli serve verificare gli aspetti della “sicurezza”. I dati parlano ed in alcuni casi vanno verso il data lake. Molto dipende da come viene creata la rete interna di una azienda, oggi in via prevalente è di tipo piramidale. Comunicare con sensori, PLC, Scada, Plant, ERP, tutti questi livelli possono annullarsi con l’uso del cloud. È nel cloud che si realizza l’interoperabilità tra i dati forniti da ciascuna macchina. La connettività industriale sta nel far dialogare la sorgente dei dati ed il cloud, l’OT con l’IT dove l’ambiente è IoT. Oggi serve ottimizzare i processi, ridurre dei costi e cercare di aumentare i ricavi. L’industria 4.0 ha riscoperto i sensori intelligenti anche per l’acquisizione di immagini tridimensionali e dunque la ricostruzione 3D.
La fabbrica intelligente viene coniugata con parole molto consumate: connettività, condivisione di dati per fare analisi delle prestazioni, per tenerne sottocontrollo l’efficienza e imcrementare la produttività. Interessante lo sviluppo dei software per la gestione della supply chain in grado di raccolgliere dati, per cui fare pianificazione, controllo e gestione della produzione oggi è possibile.
Secondo SI-IES con il Piano industriale 4.0 del Ministro Calenda si fa un passo avanti verso il cambiamento. Un punto determinante però è quello di pensare ed agire con una visione nuova evitando di continuare a parlare di innovazione senza fare nulla! Il Ministero dello Sviluppo Economico d’intesa con il MIUR dovranno in maniera semplice fare dei bandi, l’occasione potrebbe essere l’uscita del PON che è molto atteso, anche non si vedono segnali che fanno pensare ad uscite a breve. A volte sembra che anche se l’Europa continua a richiamarci noi non sentiamo: l’Italia è sorda!