Si è svolto a Roma in data 16 ottobre il Summit Industry 4.0 organizzato da Digital 360 Group. Il Summit ha consentito un confronto tra le prospettive di aziende, accademie, tecnici, decisori, intorno al tema della trasformazione 4.0 delle Industrie.
In apertura il tema dell’Industria 4.0 che è stata introdotta con entusiasmo come processo virtuoso per il Paese e come tematica di continuità tra vecchio e nuovo governo. Nella diffusione di questa trasformazione attraverso il tessuto imprenditoriale italiano, emerge il ruolo delle grandi imprese come guida, sia per gli effetti di diffusione lungo la filiera che per gli effetti culturali di tipo imitativo nel trasmettere l’innovazione alle medie e piccole imprese. Le PMI, che rappresentano il 99% delle imprese italiane, sulla “scia” dei player di maggiori dimensioni, possono rafforzare le proprie capacità di innovazione e internazionalizzazione, motivando anche un ampliamento dell’insieme semantico del 4.0 da Industria 4.0 a Impresa 4.0 e a Catena del Valore 4.0.
E’ importante intendere Industria 4.0 non solo come acquisto di nuove tecnologie, ma come strategia di Innovazione. Ad esempio, il percorso dall’acquisto di tecnologie digitali all’organizzazione e strutturazione di competenze, all’orientamento al cliente e alla creazione di nuovi modelli di business, può seguire un ordine inverso, partendo da una visione di business. Complessivamente, si è sottolineata l’importanza dell’inserimento delle tecnologie in un’ottica di business. Rispetto ad una prima fase, in cui la maggiore fruibilità dei dati, legata anche alla sensorizzazione dei macchinari, ha contribuito principalmente all’ottimizzazione del loro funzionamento, ora lo scenario si sposta in modo crescente verso i servizi.
Da un punto di vista di infrastruttura tecnologica, come descritto anche da Alessandro Masciarelli, Responsabile Scouting and Partnership della Divisione Innovation di TIM, il 5G emerge come connettività abilitante per ulteriori progressi del 4.0. Nel settore dell’Agrofood, in una trasformazione digitale più lenta rispetto ad altri settori chiave industriali, si evidenziano anche le potenzialità della tecnologia di Blockchain per la tracciabilità dei prodotti.
In ambito di capitale umano e di costruzione di nuove competenze, si affermano nuove figure, quali il Data Analyst, in grado di estrarre valore dai dati, traducendoli in informazione, conoscenza e servizi, e la figura di Data Security Manager. In ambito manifatturiero si ricercano capacità operative capaci di cambiare la logica di produzione e in molti contesti produttivi emerge la necessità di integrazione di saperi tradizionali e saperi nuovi. I Competence Center e i Digital Innovation Hub rappresentano un approccio sistemico al cambiamento culturale.
E’ emersa la necessità di rivalutare lo sforzo sinergico di imprese e ricerca per il Piano Industria 4.0 rispetto a una traiettoria condivisa di crescita attraverso lo strumento della trasformazione digitale. E’ stata sottolineata l’importanza del paradigma di Open Innovation in fase di ricerca precompetitiva e in un’ottica di collaborazione tra imprese, e che lo Stato possa agire come catalizzatore per le risorse esistenti nell’ecosistema di innovazione. Il Cloud è tra le principali tecnologie abilitanti per la collaborazione e per l’economia di piattaforma. Industria 4.0 e startup sono presentate come le due policy che stanno producendo risultati nel Paese in termini di diffusione dell’innovazione.
Nelle considerazioni finali è stato affrontato l’interrogativo sulle capacità da parte del Paese di attraversare, come sistema, trasformazioni complesse, creando basi per l’Innovazione e coinvolgendo tutti i player del settore imprenditoriale. Ad oggi, Industria 4.0 è stata sperimentata come modello operativo nuovo e si auspica il raggiungimento di un’innovazione strutturale continua. Nelle parole di Elio Catania, Presidente di Confindustria Digitale, nella trasformazione digitale, la capacità di incedere sulla crescita dipende dalla capacità di un Paese di vedere nell’Innovazione la sua politica di riferimento.
In conclusione è stato posto nuovamente l’accento sulle PMI, con le prospettive del Mise di mettere a disposizione strumenti operativi attraverso progetti pilota per abilitare la trasformazione digitale.