Fenomeno chatbot: un mercato in rapida espansione

In questi ultimi tempi fra gli addetti ai lavori del mondo ICT vi è un gran parlare di chatbot. Da poco Facebook gli ha presentati come novità della nuova piattaforma Messenger, ed anche altri attori come Telegram e Snapchat ne adottano e promuovono i servizi.

Ma partiamo, quindi, prima di tutto da una definizione: che cosa sono i chatbot? I chatbot sono software che permettono la conversazione fra robot ed essere umano, essi stessi pur essendo tecnologie software funzionano come utenti e dialogano con altri utenti, il chatbot può interagire simulando il linguaggio naturale su un modello stimolo-risposta.

Il concetto di chatbot ha molte radici e legami col passato, nelle nicchie di ricerca esistono da un bel po’, in epoca primordiale si fanno già risalire ad Alan Turing negli anni ’50, il test del matematico britannico è una delle prove principali che certifica tutt’oggi le potenzialità di un chatbot. In epoche recenti era già alla categoria dei chatbot la "graffettina" di Windows. Il terreno sembra però essersi reso fertile, con una consapevolezza più diffusa delle potenzialità anche e soprattutto da punto di vista commerciale, solo oggi.

Nel mercato italiano l’uso e lo sviluppo dei chatbot è ancora in una fase iniziale, tali tecnologie sono ad uno stadio di sviluppo ancora “bassino”, però i margini di crescita sono ampi, in Italia il fenomeno potrà alimentarsi velocemente, già adesso sembra prendere energia in modo molto rapido. Ora il dibattito si fa sempre più acceso nell’interrogarsi su quali possano essere i campi più adatti e profittevoli di utilizzo per queste tecnologie.

Nelle imprese, ad esempio, si pensa all’applicazione di questi in ambito di gestione del cliente, per rendere questa pratica più moderna ed efficiente, incrementando la velocità di comunicazione e la produttività interna. Anche per la customer care, ad esempio nel settore dell’e-commerce troviamo Spring, un chatbot che fa da personal shopping assistant.

Tra i chatbot esistenti nel settore dell’informazione troviamo quelli lanciati dalla CNN e dal WSJ (Wall Street Journal), già in azione e compatibili con FB Messenger, anche TechCrunch ha diffuso il suo chatbot oltre che per il servizio di messaggistica di “faccialibro” anche per Telegram, probabilmente il social più all’avanguardia nella diffusione dei chatbot.

Altro campo di applicazione riguarda apprendimento e traduzioni con dei bot utili per la traduzione e l’apprendimento della lingua inglese. Studywithrobot è un chatbot utilizzabile su Telegram che consente agli utenti di svolgere test, misurare il QI e apprendere la lingua inglese. Sulla stessa falsa riga Andyrobot e Learning English.

Nel settore della PA nel comune di Solarino, un chatbot aiuta i cittadini nella richiesta di documenti amministrativi. Sul fronte smart working e organizzazione aziendale interna, un chatbot denominato Grace permette di prenotare e avere dettagli sulla propria postazione di lavoro.

Un ulteriore campo di applicazione molto interessante riguarda la mobilità, in Italia il Gruppo Torinese Trasporti, Romabusbot e Moovit hanno lanciato i primi chatbot che informano l’utente sul traffico e sullo stato di attesa del trasporto pubblico.

Dunque anche il settore health ha i primi campi di applicazione con dei bot in grado di dare consigli medici agli utenti, iCliniq ha creato il suo bot su Telegram mediante il quale è possibile chiedere un consulto medico direttamente dal proprio smartphone; HealthTop è un servizio analogo per Messenger. FarmacieBot è un chatbot che ci dice dove si trova la farmacia più vicina in base alla geolocalizzazione del nostro dispositivo mobile.

I chatbot sono strumenti che possono essere molto preziosi, molti di quelli più diffusi e performanti utilizzati a livello aziendale, già concepiscono una sezione analitica dedicata al monitoring, alle statistiche e agli insight del chatbot, in questo caso si parla di BOT Analytics.

Questa tecnologia però richiede uno studio ed uno sviluppo molto accurato per creare il migliore programma possibile utile nell’economia interna della nostra azienda e in perfetto allineamento con i nostri obiettivi. Vi è la necessità di interfacciarsi a consulenti preparati e dei veri e propri programmatori e sviluppatori software. Esistono però delle alternative per i meno esigenti, ovvero dei sistemi che permettono anche in autonomia di progettare e creare il proprio chatbot, questi hanno interfacce molto friendly e si rivelano molto spesso come sistemi efficaci e performanti, alcuni di questi sono: Api.ai, Botsify.com, Recast.ai, e l’italianissimo BuzzLogger Bot.

Sembra proprio che quello dei chatbot sia uno scenario già in fermento ed in grande espansione, occorre porci diverse domande ed interrogarci sugli ambiti dove queste tecnologie possano portare una seria innovazione sociale, aziendale ed industriale. Staremo a vedere, se ne vedranno delle belle.

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