Cloud & ICT as a Service: fuori dalla nuvola!

E’ destinato a cambiare il modo di fare IT. Parliamo del Cloud computing, che nel nostro Paese ha acquistato un peso crescente a livello sia di PMI sia di P.A., grazie a un ruolo legato a vantaggi non esclusivamente tecnici ma che si declinano in termini di benefici finanziari e flessibilità. I dati provengono dall’Osservatorio Cloud & ICT as a Service, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, che lo scorso 11 maggio ha presentato, nel corso del convegno “Cloud & ICT as a Service: fuori dalla nuvola!”, i risultati della ricerca 2011.

La ricerca si è concentrata sulle aziende italiane di grandi dimensioni, coinvolgendo complessivamente 168 responsabili dei Sistemi Informativi e i principali player dell’offerta. L’obiettivo era analizzare l’impatto del Cloud sulle organizzazioni per individuare gli elementi di reale innovazione e le opportunità per le aziende, insieme alle modificazioni che si potranno avere nell’architettura dei Sistemi Informativi aziendali, come conseguenza dell’approccio Cloud.

Il Cloud per l’azienda si traduce in una scelta, virtualmente senza limiti, di servizi che evolvono continuamente e con cui disegnare sistemi informativi su misura per le esigenze dei singoli gruppi di utenti interni. Cloud significa quindi flessibilità e condivisione di risorse.

Commenta così Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio insieme a Stefano Mainetti: “Ma i CIO [Chief Information Officer o Responsabili dei servizi informativi, n.d.r] non temono il “sorpasso a destra” da parte delle Line e, anzi, nel 72% dei casi si dichiarano “promotori e traino” di iniziative Cloud in azienda, anche se le maggiori aspettative (riduzione dei tempi di adozione e attivazione del servizio, riduzione dei costi di gestione interni e minori investimenti iniziali) sono tuttavia proprio gli elementi che, una volta saliti “sulla nuvola”, creano le maggiori disillusioni”.

Non sembrano, invece, deluse le aspettative sulla flessibilità e possibilità di condividere le risorse, ragione per cui il Cloud è visto dal 66% dei CIO come “un trend rilevante che le imprese devono comprendere per far evolvere il loro modello di impresa” e dal 12% come “la nuova rivoluzione che cambierà il nostro modo di fare IT”. Sul lato delle criticità, la definizione e il rispetto di Service Level Agreement si mostra più difficile del previsto, a differenza dell’integrazione del Cloud nelle infrastrutture aziendali già esistenti.

Infrastructure as a Service (IaaS), Platform as a Service (PaaS) e Software as a Service (SaaS) sono le modalità con cui viene adottato il Cloud Computing per semplificare la gestione delle risorse ICT, sollevando l’utente finale dalle complessità.

Secondo Alessandro Piva, responsabile della ricerca “Tra le tipologie di servizi IaaS e PaaS più diffusi vi sono la capacità elaborativa e di storage, le risorse virtuali configurate e il software infrastrutturale. Meno diffusi, ma con un interessante trend di crescita, sono gli ambienti di sviluppo e deployment di applicazioni software, i sistemi di supporto alla IT governance e i business process management system. Passando ai servizi SaaS, tra i più utilizzati troviamo le applicazioni di gestione delle Risorse Umane, i portali aziendali, la posta elettronica, la Unified Communication & Collaboration e i sistemi di conservazione sostitutiva. Meno diffusi, ma comunque in crescita, CRM e sistemi di produttività individuale e scambio documentale. Più di nicchia, infine, eCommerce, sistemi di business intelligence, sales force automation, amministrazione finanza e controllo”. Per l’utente, dunque, si tratta di scegliere quello più adatto alle sue esigenze nell’ampia gamma di servizi Cloud.

Dall’altro lato, sotto il nome di “Cloud” si riuniscono prodotti di varia natura: Component Developer (“componenti di base”hardware e software per la costruzione delle infrastrutture Cloud, Service Provider (servizi via rete), Cloud Broker (chi aggrega e rivende servizi), nonché Solution Developer (progetti su misura più o meno integrati con il Sistema Informativo aziendale esistente).

Dalla ricerca si evince, poi, come il mutamento possa ridefinire i rapporti di filiera e i modelli di business dei diversi attori (player) della nuvola, classificati come:

– Pure Player che, entrati nel mercato dei sistemi informativi con offerta totalmente Cloud, cercano di spingere le aziende verso la sperimentazione e a portare “nella nuvola” spicchi più consistenti del Sistema Informativo;

– Incumbent, leader dell’offerta di hardware e software per aziende, che pongono l’accento sulle caratteristiche tecnologiche e architetturali del Cloud per essere maggiormente competitivi nell’offerta;

– New Player, operatori TLC che vedono il Cloud come possibilità di aumentare l’offerta, fornendo insieme alla connettività anche servizi ICT a valore aggiunto.

Per tutti l’obiettivo è uno solo: rientrare dagli investimenti richiesti per l’offerta di servizi Cloud.

Relazione con le business line e i vendor e padronanza degli elementi tecnici sono invece le tre aree in cui si concentrano gli strumenti di cui le Direzioni ICT dovrebbero disporre per ottimizzare le possibilità offerte dal Cloud. Ma a che punto si trovano le aziende rispetto a queste direttrici? Dalla ricerca emerge che, ad oggi, solo il 10% dispone di una funzione ICT pronta all’utilizzo consapevole del Cloud, il 47% ha ancora lacune sulle dimensioni analizzate, mentre il settore che presenta le criticità più forti è quello relativo alla gestione delle relazioni con i vendor, maturo solo nel 20% delle aziende.

La fotografia dell’Osservatorio mostra comunque come sempre più aziende scelgano il Cloud: fiducia dunque in ascesa verso “la nuvola”.

Altri articoli dell'autore

Advertisment

Puoi leggere anche...

567FansLike
1,441FollowersFollow

Ultime notizie

Agroalimentare e la sua filiera

I lettori di Sentieri Digitali hanno avuto modo di comprendere l’impegno costante per un settore così strategico del nostro Paese e dell’Europa. Nell’ambito della...

L’acqua

L’acqua vuol dire vita e quindi è un bene primario. Senza fare polemiche è ben rappresentare che la rete idrica del nostro paese a dir...

Comunità Energetica

Il Clean Energy for Europe Package è basato su una proposta della Commissione Europea del Novembre 2016 e definisce gli obiettivi e la strategia...

Vuoi avere le notizie aggiornate ogni mercoledi?

Iscriviti alla newsletter

LinkedIn
LinkedIn
Share