Si rischia di utilizzarla a proposito e a sproposito. Si sente spesso parlare di IA legandola alla Cina e agli Stati Uniti, per motivi bellici e non, ma è una partita che il mondo intero può giocare.
A questo proposito, come Italia e come Europa siamo sempre a quota -1. Certo, se andiamo a constatare alcune situazioni, troviamo le commissioni dei gruppi di lavoro che nel momento in cui devono esprimere un pensiero completo, resoconto finale, si rischia di essere delusi.
Siamo ormai collaudati nel fare delle analisi che alla fine devono rispondere alle esigenze di tutti i lettori e valide per tutte le stagioni. Sarebbe lecito e interessante fare un piano europeo sull’IA sia in via generalista e sia facendo delle riflessioni più approfondite per poter capire qual è lo scenario vero e come l’Europa e i Paesi membri possono sviluppare, in maniera armonica, delle iniziative per non restare completamente isolati.
L’IA per alcuni è pari ai motori a scoppio dell’elettricità o dell’informatica che hanno alimentato le rivoluzioni industriali del recente passato, l’IA come più volte abbiamo scritto, è la tecnologia abilitante alla base della quarta rivoluzione industriale. È proprio grazie a questa rivoluzione che si renderanno i robot più intelligenti; si faciliterà l’analisi dei Big Data; si potrà personalizzare praticamente qualsiasi prodotto e si controlleranno processi industriali più complessi.
L’IA sarà particolarmente utile al mondo della scienza e della ricerca per capire come migliorare -prima su tutto- la qualità della vita, stando alla quantità enorme di dati che si sono raccolti -Big Data- e grazie al software Data Analytics, che fa immediatamente capire quali i comportamenti e le strategie da adottare per affrontare temi quotidiani.
Nel fare tutto ciò, bisogna anche fare i conti con regole, il monitoraggio da parte della autorità competenti e l’autorizzazione di alcune iniziative, in quanto l’istituto della buona fede non sempre è sfidante e vincente.