A Bruxelles, nel parlamento europeo, non si parla solo di politica comunitaria. Anche quest’anno hanno provveduto a fare l’annuale analisi sul DESI – Digital Economy and Society Index, un indice composito che riassume gli indicatori rilevanti nella performance digitale europea tracciando il progresso degli stati membri dell’UE nella competitività digitale. Il voto che ci è stato attribuito è stato molto severo. L’Italia è presente si, ma solo al venticinquesimo posto. Sotto di noi Grecia, Bulgaria e Romania, al primo posto troviamo la Danimarca, poi l’Olanda e la Svezia.
Al punteggio che ci vede nei bassi fondi si è giunti miscelando trenta indicatori con dati relativi al 2015, tranne quattro inerenti al 2014.
La UE sintetizza i risultati in cinque categorie che sono rispettivamente: connettività, competenze digitali, propensione nell’uso dei servizi digitaliintegrazione delle tecnologie digitali nel businessdigitalizzazione dei pubblici servizi. Il punteggio ci vede poco sopra lo 0,4 a fronte di una media UE di 0,52, la Danimarca si assesta a 0,68, Paesi Bassi e Svezia a 0,67. Tra i dati emessi si è evidenziato che tra i ventotto Paesi della UE, il 71% delle famiglie ha accesso alla banda ultralarga, almeno 30 Mbit al secondo di velocità in download, rispetto al 62% dell’ultima rivelazione. Gli abbonati alla banda larga mobile – sopra i 2 Mbit/sec – sono in aumento: dal 64% nel 2014 al 75 % di oggi.
Il progresso a livello europeo è lento, la crescita è più compassata rispetto al 2014, da 0,50 a 0,52, l’anno scorso invece l’incremento si era assestato da 0,46 a 0,5, con un aumento dello 0,04. Questo lieve rallentamento della crescita ha riguardato tutte le dimensioni dell’indice, a parte l’integrazione delle tecnologie digitali, unico fattore per il quale si è certificata un’accelerazione della crescita, con lo 0.035 di quest’anno, in confronto allo 0,023 dell’anno scorso.