La normativa e l’IA generativa

L’IA è in una fase di rapido sviluppo, e produce sistemi e tecnologie che potrebbero sconvolgere il modo in cui operano i cittadini e le imprese, motivo per cui è necessaria la stesura in tempi brevi di nuove regole per affrontare i problemi di privacy e sicurezza che sono sorti con la tecnologia dell’IA generativa alla base del ChatGPT di OpenAI.

I problemi fondamentali riguardano la privacy e il controllo dei processi decisionali automatizzati. Per quanto concerne la privacy, esistono già le leggi (GDPR) e quindi il quadro normativo è completo. Infatti, recentemente il Garante italiano aveva accusato OpenAI di violare il GDPR: la reazione dell’azienda è stata la temporanea disattivazione del servizio nel nostro Paese;  ChatGPT è stato ripristinato dopo che la società statunitense ha accettato di installare funzionalità di verifica dell’età e di consentire agli utenti europei di bloccare l’utilizzo delle loro informazioni al fine di addestrare il modello AI.

Diverso, e più complesso, il tema del controllo sulla trasparenza dei processi decisionali realizzati tramite l’IA.  Infatti i modelli di intelligenza artificiale generativa sono diventati oggetto di cronaca per aver commesso errori, o “allucinazioni”, producendo disinformazione con pericolosa apparente certezza. Tali errori potrebbero avere gravi conseguenze: se una banca o un dipartimento governativo utilizzasse l’intelligenza artificiale per accelerare il processo decisionale, le persone potrebbero essere ingiustamente respinte per prestiti o pagamenti di sussidi. A tal fine, la Federal Trade Commission (FTC) degli Stati Uniti ha svolto una indagine sugli algoritmi per le pratiche discriminatorie, operando nell’ambito dei poteri normativi esistenti.

Servono nuove leggi, ma la loro stesura richiede tempi non compatibili con l’urgenza dovuta alla rapidità dello sviluppo tecnologico; tuttavia, il controllo dei dati inseriti nei modelli (in termini di rispetto della privacy e del diritto d’autore) e del contenuto che gli algoritmi producono (il processo decisionale) deve comunque essere compiuto, anche se utilizzando gli strumenti normativi già esistenti. E’ quanto sta avvenendo ora, dimostrando che le strutture normative attuali sono già in grado di fronteggiare – anche se non in modo esaustivo – il futuro prospettato dalla IA.

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