In Irpinia un Borgo 4.0 per le self driving car

In un piccolo comune dell’Irpinia vi sarà la sperimentazione del Borgo 4.0 con automobili a guida autonoma (self-driving car) che verranno testate in strada. Ad annunciarlo è Adler Group del consorzio di ricerca coordinato che coinvolge anche ST Microelectronics e l’Università “Federico II” di Napoli.

Che cosa si intende per un Borgo 4.0: si parla di un centro di circa 5 mila abitanti, localizzato ad almeno 700 metri sul livello del mare con strade ampie, quindi non solo un centro storico, ma anche un luogo con strade sufficientemente larghe, l’intento è di poter definire una sorta di “circuito” che sia in uno spazio urbano per effettuare i test.

Il Borgo 4.0 deve essere dotato di alcune infrastrutture obbligatorie previste dal decreto “smart road”: rete 5G per connessioni veloci, sistemi di rilievo e monitoraggio in tempo reale, e sistemi V2I e V2X che consentono al veicolo di dialogare con tutto l’ambiente circostante.

Secondo Anfia nel perseguire questo percorso di affinamento si deve puntare allo sviluppo integrato delle tecnologie di bordo integrandole con quelle dei veicoli integrate con le “smart road”. In tutto questo gli aspetti ambientali non sono da trascurare per il nuovissimo paradigma di mobilità: sostenibile, accessibile, intelligente e connessa.

La tecnologia così sembra poter permettere di riscattare luoghi che negli ultimi anni sono stati via via spopolati e abbandonati. Creare posti di lavoro, rivalutare antichi mestieri, migliorare la qualità della vita. Adler, Stm, Anfia e Università “Federico II” hanno coinvolto le PMI della filiera componentistica campana come Proma, Sapa, Cornaglia e altre di minori dimensioni, e i grandi player già presenti in regione. Si aggiungono poi costruttori di sistemi informatici del calibro di Bosch, Gm e Zetaeffe.

Quello che emerge è che sono ancora molto necessari investimenti pubblici e anche privati per un valore di circa 70 milioni per i quali sarà possibile accedere ad agevolazioni nazionali e comunitarie.

In altre zone d’Italia, altri progetti virtuosi di questo tipo sono quelli di Torino che vorrebbe attuare una sperimentazione in ambito urbano, Modena con la presenza del polo motorvalley e Trieste con il centro di ricerca di Fca che farà prove su circuito chiuso.

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