Abbiamo scritto più volte che TIM era tra il quinto o sesto gestore al mondo. Oggi non è molto chiaro ma sembra che Tim sia assente dai tavoli che contano in ambito UE. Viene qualificata come un’entità locale. E pensare che in ambito europeo vi era e c’è ancora Tajani.
In sostanza si va verso il “wholesale only” che sta entrando nella legislazione europea. Il nuovo codice fa riferimento a questo modello, il significato è profondo: a differenza dell’attuale gestione e competenza di tipo verticale integrata, non si opera nel mercato residenziale o business, vale a dire verso l’utente finale, ma il core è di sviluppare l’attività nell’installazione di nuove reti in fibra ottica, offrendo poi l’accesso agli altri operatori di telecomunicazioni.
Il modello innovativo dovrebbe ridurre i contenziosi tradizionali tra il proprietario della Rete e gli altri operatori che ne richiedono l’accesso, in virtù del modello wholesale only che non opera nel mercato a dettaglio. Tale modello in questione è realizzato da Open Fiber, oggi a capitale Enel e CDP; è simile a quello svedese, a quello irlandese e a quello inglese. Non vorrei sottolinearlo, ma l’Italia è forse sul pezzo? La qualifica di wholesale-only si potrà ottenere solo se non si ha nessun legame con il mercato residenziale e con l’operatore incombent.
Il nuovo governo dovrebbe “urlare” un po’ in Europa affinché l’Italia anche nel settore delle telecomunicazioni possa avere un ruolo. Infine potremmo coniare uno slogan: “cosa fa l’operatore online”? Non vendiamo servizi ai clienti finali ma costruiamo la banda larga e ultralarga.