Dopo l’esperienza americana di paesi, non certamente fortunata, come tutto d’altro canto durante il periodo COVID, abbiamo riscontrato che gli Stati Uniti non sono più un modello. Teniamoci quindi il prodotto nazionale.
L’ANPAL è un organismo pubblico con diverse competenze, uno per tutti il reddito di cittadinanza. Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Orlando, in maniera decisa, ha sostenuto e detto “L’ANPAL era paralizzata. Nessuno ha diminuito i poteri di ANPAL, l’ho solo commissariata perché con la presidenza di Mimmo Parisi non funzionava. Ora la funzione di indirizzo delle politiche attive del lavoro va al Ministero. Ma è l’unica modifica. Non si vuole lasciare al Ministero neanche la competenza di indicare obiettivi? Peraltro è una scelta empiricamente giustificata dalla vicenda Parisi, perché si era determinata una situazione di stallo. Nel nostro paese i governi storicamente sono cambiati spesso: c’è il rischio di trovarti un vertice dell’ANPAL e un governo che vogliono portare avanti obiettivi diversi. A quel punto hai la paralisi”.
Normalmente i politici parlano politichese, in questo caso Orlando ha adoperato un linguaggio trasparente, evitando equivoci e interpretazioni. Adesso il nuovo commissario, il dott. Raffaele Tangorra, nominato il 7 giugno 2021, ha un compito delicato ed è sotto il riflettore sia della stampa e sia del mondo politico.
Leggendo il suo curriculum sembra che sia nato per fare questo mestiere, a partire dalla tesi di laurea, al master eccetera.
L’ANPAL è organizzato con 6 uffici dirigenziali, un’organizzazione complessa, ma pronta ad erogare servizi a milioni di persone. Allo stesso tempo, secondo noi, deve rivedere l’organizzazione interna e le competenze sul piano preventivo, per quanto riguarda aiuti e assistenza, ma anche nel durante e nel dopo.
Ciò non solo per il momento pandemico ma in quanto abbiamo circa 10 milioni di poveri.
Nel rispondere alla domanda sul perché rinunciare all’assegno di ricollocazione, pensato con il governo Renzi, il quale dava la possibilità al disoccupato di rivolgersi alle agenzie private in caso di non funzionamento degli uffici pubblici, Orlando risponde che “In parte è assorbito dalla Garanzia di occupabilità dei lavoratori (Gol), il modello della riforma attuale. Ma l’assegno di ricollocazione renziano in realtà non ha mai funzionato. E preciso: noi i soldi non li mettiamo nei centri pubblici per l’impiego. Pensiamo a un sistema di voucher che possono essere utilizzati sia nel sistema delle agenzie private che pubblico”.
Le idee espresse sono chiare, adesso si dovrebbe passare da teoria alla pratica e vedere i risultati.
Da qui un piccolo suggerimento: tentare di organizzare e digitalizzare diversi aspetti gestionali interni e esterni.