Finanziamenti europei: perché Europrogettista ?

L’attuale situazione economica ha portato alla consapevolezza che soltanto attraverso l’innovazione, si riesce a creare un nuovo mercato lavorativo e perciò molti di noi si sono formati e hanno sviluppato una certa competenza in uno specifico settore della consulenza e nel fundraising. Dai comuni alle scuole passando per associazioni e privati, si è alla ricerca di quei fondi europei che garantirebbero la sopravvivenza di molti di questi enti. La nuova figura professionale che si è creata è il progettista europeo, a volte viene definito anche progettista comunitario o europrogettista, ed il suo compito è il reperimento e la gestione dei fondi europei.

Partiamo da un’accusa fondata: l’Italia è un paese che negli ultimi decenni non riesce a spendere i soldi che arrivano dall’Unione Europea. Si pensi che nelle ultime statistiche, la Tesoreria dello Stato, quantifica, dal 2005 al 2011, questa perdita in circa 40 miliardi di euro inutilizzati, ovvero l’Italia viene definito come un contribuente netto. Solo nel 2011 sono stati versati all’UE 16 miliardi, "il massimo storico del settennio 2005-2011", con un saldo negativo pari a 6,7 miliardi.

Non esiste una facile soluzione, ma si potrebbe scegliere meglio come utilizzare le figure professionali esistenti nel nostro panorama lavorativo. Come nelle altre professioni, infatti dovremmo optare per una figura professionale che abbia una formazione specifica su queste problematiche. Purtroppo ad oggi tutto questo non avviene, se non in parte. La realtà attuale che ci viene dipinta è un mondo variegato di commercialisti e/o avvocati che pur avendo una competenza ampia, non hanno una competenza specifica in questo settore.

Chi di noi si affiderebbe ad un medico per una dichiarazione dei redditi, o chi di noi affiderebbe ad un avvocato il nostro animale preferito?

Ecco perché ultimamente si è creata in Italia una categoria di figure professionali, altamente specializzate che si occupa di questo tipo di lavoro.

Il reperimento dei fondi europei non è una cosa semplice, infatti si richiede una conoscenza delle lingue straniere e una conoscenza delle tecniche di rendicontazione che sono proprie delle istituzioni europei e sono abbastanza complesse. Per diventare dei professionisti con un adeguato know how infatti occorre una preparazione adeguata, oltre alla costruzione di una rete di partnership, che serviranno come background per la costruzione di un progetto vincente.

Inoltre, nella scelta di queste figure occorre ricordare che la specializzazione avviene soprattutto su due direttrici parallele e intersecanti tra loro. In primis è necessaria una certa esperienza sul campo tale da chiarire quale settore è consono alla propria formazione e al proprio interesse ed inoltre e forse la cosa più importante, è evidente che serva qualcuno che sappia distinguere tra le varie forme di pagamento derivanti da questi fondi.

I finanziamenti più appetibili sono quelli diretti, cioè quelli legati a bandi nel settore dell’istruzione e cultura, ad esempio erogati subito dalla Commissione UE al progetto vincitore, rispetto a quelli indiretti come per esempio i tipici fondi strutturali che sono più consistenti ma solo sulla carta. Difatti per questi ultimi, non esiste una dotazione immediata e sono gli Stati o le singole Regioni a dover anticipare il denaro e per i rimborsi soventemente, passano anni.

Ecco spiegato perché l’Italia non riesce a consumare la sua fetta di contributi, con le casse vuote molti enti pubblici non possono permettersi di anticipare i finanziamenti. A scuole, Comuni, associazioni e singoli cittadini non resta che affidarsi ad un buon gruppo di consulenti. Con la speranza che possano realizzare le ambizioni riposte nel bilancio dell’Europa unita.

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