COSA PREVEDE IL PNRR
Il Recovery and Resilience Facility sarà presente almeno – si spera – fino al 2026. Sono stati delineati 105 interventi nel 2022, ci sono da spendere 191,5 miliardi di cui 27,6 programmati; previsti 167 interventi e 37,4 , 42,7 e 38,3 miliardi nei tre anni successivi al 2022. I progetti racchiusi nelle 273 pagine del Piano – che ormai il Paese conosce con l’acronimo PNRR – dovrebbero prendere vita tramite dei provvedimenti attuativi che spingono a far rigenerare e lanciare la pubblica amministrazione a ritmi serrati per rispettare la tempistica del Piano.
Le tabelle inviate a Bruxelles per rendere ufficiali programmi ed impegni assunti con la Commissione fissano una data limite per i due provvedimenti: il 20 maggio per le semplificazioni ed il 31 per la governance. Il decreto governance dovrà occuparsi di almeno 8 punti che vanno dalla fissazione dei poteri di monitoraggio di competenza del Ministero dell’Economia e Finanza, alla previsione di un sistema di rilevamento preventivo che ha il compito di individuare in anticipo i problemi applicativi. Individuati i problemi è possibile attivare immediatamente il meccanismo di superamento, potendo far scattare anche i poteri sostitutivi quando gli enti attuatori manifestano lentezza.
CHI SI OCCUPERA’ DELL’ASSISTENZA TECNICA
Un punto importante che la SI-Ies ha ritenuto evidenziare riguarda il Decreto che ha il compito di avviare anche le strutture di assistenza tecnica. Per regioni ed enti locali, l’assistenza sarà garantita dal piano di reclutamento di 1000 esperti in progetti e procedure. Oggi, detto compito è assegnato a società specialistiche che hanno svolto e stanno svolgendo con diligenza questo compito. Risulta difficile pensare che sia sufficiente un semplice reclutamento per fare delle verifiche di merito per il rispetto della tempistica, della rendicontazione e quindi della realizzazione dei compiti affidati.
Sarebbe più saggio, soprattutto in questa fase importante, affidarsi a chi ha un’esperienza pluriennale in un settore così delicato. Lo stesso provvedimento disegnerà le procedure fast-track per gli investimenti del Recovery, forti anche delle deroghe che 10 giorni prima dovrebbero essere introdotte dal Dl semplificazioni. La costruzione degli staff di coordinamento e monitoraggio e delle strutture di audit e controllo chiude l’elenco dei compiti del decreto. È stato anche elaborato un cronoprogramma per la spesa 20-21 il cui valore corrisponde a circa 13,8 miliardi. La preoccupazione è che il nostro Paese restituisca i soldi all’Europa, speriamo che in questo frangente non si continui a fare pessime figure.