La Fashion Week di Milano non è solo sfilate e gossip, ma è la principale vetrina nazionale in cui i brand italiani (anche se di proprietà di investitori esteri) presentano le loro creazioni, mostrando l’evoluzione del loro stile e proponendosi ai compratori internazionali.
La moda è uno dei settori economici più importanti del nostro Paese, sia sul piano dei grandi 0429nomi che dagli anni Ottanta hanno conquistato successo nel mondo, sia per quanto concerne il grande numero di imprese artigiane che lavorano – in proprio o in conto terzi – con una professionalità altissima, che ci pone come eccellenza assoluta.
Quest’anno, la tendenza che è emersa più intensamente, e in particolare con la prima sfilata del nuovo stilista del brand Gucci, è stata il ritorno ad una sobrietà classica, che abbina materiali di gran pregio a tagli eleganti, nel tracciato del “quiet luxury” che sta emergendo come tendenza chiave dei prossimi anni.
Emblema di questo nuovo modo stile è stata la serie televisiva HBO “Succession”, in cui i protagonisti, membri di una ricchissima famiglia di industriali (si mormora, ispirata ai Murdoch) sfoggiano abiti delle migliori maison, ma non immediatamente identificabili tramite loghi e segni di riconoscimento. Una forma di lusso “silenzioso”, che viene riconosciuto da chi appartiene all’alta società, ma non da chiunque.
Come tutte le tendenze, il loro affermarsi si diffonde rapidamente nei diversi strati di consumatori, anche per effetto del cinema e dei social media, che amplificano ogni novità rendendola di dominio comune in breve tempo. E’ quindi da attendersi che l’era degli eccessi stia volgendo al termine, premiando invece il lavoro di ricerca e studio che consente di elaborare innovazioni nei tessuti e nelle forme.
Con questa evoluzione, si riduce anche lo spazio per gli stilisti la cui personalità (e spesso anche la loro visone del mondo) metteva in ombra il brand, recuperando invece le radici di ciascun marchio come segno di identità fondamentale per distinguersi sul mercato.
