Il ruolo dei social e delle piattaforme

Siamo reduci da un convegno, promosso dal motore di ricerca n.1 al mondo. Cosa è emerso? Si è iniziato silenziosamente a creare delle piattaforme e a metterle sul mercato a titolo gratuito, dando la sensazione di voler contribuire anche dal punto di vista dell’informazione. Con il passare del tempo, le piattaforme sono diventate vere e proprie grandi aziende, alcune colossi a livello mondiale, strutturandosi e organizzandosi in macro su due entità: la prima, quella della produzione, che chiameremo infrastruttura di rete, e la seconda, l’erogazione dei servizi.
Agli studiosi di materie economiche e imprenditoriali viene subito in mente l’esempio della McDonnell Douglas, leader nel mondo, che nelle fasi della sua vita lavorativa veniva presentata secondo le proprie convenienze. In un primo momento veniva presentata come azienda monolitica, suddivisa su due linee di produzione e servizi. Successivamente, oggi si direbbe, facendo unno spin-off, sono state separate le due attività, creando tra di loro un rapporto che potremmo definire contrattualistico e convenzionale.
Per meglio comprendere, si può considerare il ruolo delle Telco, separate in rete e servizi. Quale delle due parti ha un potere dominante? Verrebbe in mente che chi ha le carte in mano possa essere la parte che produce il prodotto, o che gestisce il mezzo di trasporto tecnologico. La seconda parte, che definiamo commerciale-mercato è fortemente condizionata dalla parte che produce, ed è soggetta, quindi, con propri alti e bassi, a necessità e andamenti della parte di produzione. Non ci sono autorità indipendenti che possano frenare o rivedere queste posizioni, anche perché vi sono state esperienze fortemente negative, come la chiusura di importanti di attività di produzione, sbarcando in Paesi in via di sviluppo, o ancora peggio, cambiando completamente attività e produzione.
Ritornando ai social e alle grandi piattaforme, non vi sono multe che tengano. Si tratta di realtà a livello mondiale (per semplicità Google, Facebook etc.), che con le loro piattaforme svolgono molteplici attività e forniscono molti servizi, in tutti i settori di mercato di interesse del consumatore-utente, a partire dal turismo, alla sanità, per indicare alcuni esempi, alla formazione, alla comunicazione, all’e-commerce e tanti altri.
Per completare il discorso, introduciamo il tema delle regole. Gli Stati Uniti d’America hanno una visione che i giuristi definirebbero di tipo estensivo, ovvero caratterizzata da molta più libertà nella gestione. L’Europa, con tutte le autorità che abbiamo, ha una visione restrittiva, dimenticando che la posizione geografica oggi è fortemente irrilevante, da ogni posizione si può trasmettere in tutto il mondo ed avere regole elastiche e libere. Ricordo, infine, ai lettori che per eventuali controversie sul tema dei social vale la normativa ricadente nel Paese di residenza, e, quindi, del Paese dove avviene produzione e gestione.

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