Romania, l’Intelligenza artificiale al Governo

Il primo ministro rumeno ha svelato l’apparato Ion,  un nuovo consigliere onorario del governo che si unirà al suo team, gestito interamente dall’intelligenza artificiale (AI). L’interfaccia di comunicazione è costituita da una superficie simile a uno specchio, che mostra il testo intervallato dall’immagine di un viso maschile o a volte femminile che risponde con voce tranquilla e rilassata.

Ion ha esordito il giorno della sua presentazione con queste parole: “Ciao, mi hai dato la vita e il mio ruolo ora è quello di rappresentarti, come uno specchio”, aggiungendo:  “Cosa dovrei sapere della Romania?”.

Il consulente basato sull’intelligenza artificiale è stato sviluppato dai ricercatori per analizzare rapidamente le opinioni dei cittadini rumeni su questioni e politiche chiave. Le persone potranno chattare con Ion sul sito web del progetto. Inoltre, l’intelligenza artificiale analizzerà  informazioni raccolte anche sui social media per capire di quali argomenti parlano le persone e per effettuare un’analisi del sentiment e capire se c’è una reazione positiva o negativa a un determinato evento o situazione.

Nicu Sebe, il  professore universitario di informatica che ha coordinato la ricerca con cui è stato progettato Ion, ha dichiarato che il suo ruolo, in aiuto al governo rumeno, sarà di fornire suggerimenti ed informazioni in tempo reale sulle opinioni della popolazione rumena, in modo da contribuire alla formazione delle decisioni del Governo.

Sebbene questa tecnologia sia la prima del suo genere al mondo, secondo gli esperti potrebbe avere alcuni aspetti negativi. Kris Shrishak, ricercatore di tecnologia presso il Consiglio irlandese per le libertà civili ha messo in guardia sul rischio di considerare come “spazio pubblico”, ovvero come luogo dove si formano le opinioni dei cittadini, i social media: è una visione solo parziale della realtà, pericolosa, perché  alcune voci saranno amplificate, specialmente se qualcuno pubblica regolarmente contenuti.

In effetti, alcuni esperti temono che i bot possano iniziare a inviare spam sui social media per far sembrare che un argomento sia di tendenza quando in realtà non lo è. Si pensi a quanto è accaduto recentemente in Polonia, dove falsi account di social media hanno amplificato gli hashtag anti-ucraini su Twitter, facendo apparire che ci fosse una massiccia opposizione locale contro i rifugiati ucraini.

Sarebbe quindi prudente utilizzare l’intelligenza artificiale non come input per le future politiche che verranno sviluppate, ma piuttosto come un modo in cui si ottiene un feedback sulle politiche che sono già state implementate.

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