Negli Usa si sta diffondendo la possibilità di accedere alla quota di stipendio maturato ben prima della classica scadenza mensile (Earned Wage Access, EWA) . Considerata una nuova frontiera della finanza alternativa, essa consente ai segmenti di popolazione lavorativa che non dispongono di risparmi sostanziali di richiedere un flusso di denaro commisurato ai giorni di lavoro già effettuati, senza dovere attendere la fine del mese.
L’esigenza di tale anticipazione dei compensi sorge nei mesi recenti, con l costo della vita che aumenta più rapidamente dei salari reali, e la conseguente difficoltà dei lavoratori a far fronte agli impegni di spesa.
Apparentemente, o almeno come viene presentato al pubblico, questo strumento di anticipazione è considerato un mezzo utile per rafforzare l’inclusione finanziaria, e dovrebbe dimostrare un aumento della consapevolezza sociale dei datori di lavoro a livello globale. Questo, almeno, è quanto dichiarato in una nota da J.P.Morgan.
La realtà è ben diversa, e stimola alcune riflessioni importanti.
La prima concerne la compressione dei salari verso il basso, per cui è sempre più difficile compiere gli acquisti della quotidianità nella “quarta settimana” del mese, in quanto le risorse ricevute in busta paga si esauriscono ben prima della fine del mese. Ma non è ricevendo anticipi che si risolve la questione: il soggetto che anticipa il suo stipendio per coprire i costi del mese in corso, riceverà a fine mese un ammontare più basso, con il quale andrà in crisi di liquidità ancora prima. E’ un’illusione che può dare sollievo solo la prima volta che la si utilizza, perché lo stipendio, se insufficiente a coprire le proprie esigenze, rimane tale anche se ricevuto parzialmente in anticipo.
La seconda concerne l’eccessiva pressione consumistica sulla vita dei lavoratori e delle loro famiglie. Nell’era del commercio elettronico, che consente di acquistare con un click, gli infiniti stimoli al consumo di beni e servizi trova un limite solo nelle disponibilità di cassa dei soggetti, non nella capacità di valutare a più ampio raggio la compatibilità di una spesa con la propria condizione economica. Consentire al lavoratore di disporre di una facile alternativa alla richiesta di un prestito ne abbassa la consapevolezza della spesa effettuata, facilitando l’acquisto, ma rendendo meno attenta la gestione delle proprie finanze. Un rischio, non un’opportunità, sulla quale ci si augura un’adeguata cautela da parte delle Istituzioni.