Si è parlato molto di pandemia e taluni hanno paragonato la pandemia alla guerra e, almeno nel lessico utilizzato dai giornalisti, la situazione sembra essere simile. In realtà, la guerra è una cosa diversa, dolorosa e triste.
La stragrande maggioranza di noi non ha avuto modo di assistere a guerre nel nostro Continente e Putin ci ha purtroppo ricordato cosa significhino gli orrori del conflitto. L’Ucraina è riuscita a raccogliere il mondo intorno a sé, cercando di convincere i veri uomini della pace a intervenire e il presidente ucraino Zelensky ha dimostrato grande tempra politica e tenacia nella gestione del conflitto, nonostante il suo passato da attore non deponesse a suo favore.
L’Ucraina ha ufficialmente avanzato la richiesta di adesione all’Unione Europea e quest’ultima, dal canto suo, parrebbe disponibile ad accettare la richiesta. La notizia non farà certamente piacere a Putin, anche se il Presidente russo sta agendo con slealtà visto che, pur avendo aperto un tavolo di trattative in Bielorussia, ha coordinato nuovi attacchi sulle città ucraine di Kiev e Kharkiv nonché un nuovo dispiegamento di forze.
È importante, ora più che mai, dialogare e arrivare a una conclusione pacifica. Le sanzioni finora erogate contro la Russia sono ingenti e mirate, ma non interrompono la scia di morte e distruzione seminata dai russi in terra ucraina, coinvolgendo anche i civili che nulla hanno a che fare con la guerra.
L’Italia, che si vedeva rinvigorita dagli oltre sei punti di PIL nel 2021, a causa della crisi energetica rischia di azzerare completamente la ripresa economica. Si spera che il post pandemia e la guerra facciano ragionare i ben pensanti, visto che l’energia costa ogni giorno di più e che il nostro Paese è completamente dipendente dal gas russo: la riaccensione delle centrali a carbone per motivi di emergenza nell’approvvigionamento non è una buona notizia, così come l’aumento delle importazioni di gas dall’Algeria. Pertanto, è necessario fare dei programmi energetici che elimino questa componente di dipendenza e rendano l’Italia meno ricattabile sul piano politico internazionale, al fine di essere anche competitivi.
Per due anni abbiamo sentito esperti, pseudo-esperti, medici e virologi parlare in televisione della pandemia. La guerra ha chiuso l’argomento spostando l’attenzione sull’Ucraina, ma purtroppo già si notano molti virologi partecipare, in maniera pietosa, a talk show di tipo politico. La speranza è che almeno i politici non utilizzino la guerra come nuovo pretesto per mettere in scena le passerelle televisive. Auspichiamo anche che a breve giro si possa finalmente parlare di cose diverse e meno allarmanti. Tutti sono a favore della pace.