È partito da pochi giorni nei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’Istituto Nazionale di fisica nucleare e per una durata di cinque anni, il progetto SOX (short distance neutrino oscillations with berexino) finanziato dall’European Research Council (ERC) per un complessivo di 3,5 milioni di euro.
Il riconoscimento è stato attribuito nell’ambito del VII programma quadro a Marco Pallavicini, coordinatore del progetto, professore all’Università di Genova e ricercatore dell’INFN.
Il progetto SOX mira a studiare il fenomeno in base al quale i neutrini che appartengono ad una delle tre forme oggi conosciute (elettronico, muonico, tauonico), si trasformano uno nell’altro durante la loro propagazione. L’obiettivo di SOX, è quello di spiegare la differenza che si crea tra i neutrini prodotti “realmente” e quelli che dovrebbero formarsi “teoricamente”. Una possibile spiegazione della “scomparsa dei neutrini”, prevede l’esistenza di nuovi neutrini, i neutrini sterili, che si mescolerebbero con i 3 noti, non interagendo in nessuno dei modi previsti dal modello standard (elettromagnetica,nucleare forte e debole).
“L’arma” di punta del progetto, è BOREXINO, il principale rilevatore di neutrini solari e geofisici oggi in funzione nel mondo, sviluppato e messo in funzione nei laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN dai più grandi fisici di tutto il mondo.
"In caso di successo, la dimostrazione dell’esistenza dei neutrini sterili significherà l’apertura di una nuova era nella fisica fondamentale delle particelle e nella cosmologia", osserva Pallavicini. "Sarebbe – spiega – il primo segnale inequivocabile dell’esistenza di particelle oltre il Modello Standard elettrodebole, con profonde implicazioni sulla nostra comprensione dell’universo e nuovi indizi sulla natura della materia oscura". “Nel caso di un risultato negativo – continua Pallavicini – saremmo in grado di dare un sostanziale contributo al dibattito circa la realtà delle anomalie dei neutrini, avremmo esplorato l’esistenza di nuova fisica nelle interazioni di neutrini a bassa energia e saremo in grado di fornire misure di grande precisione e di grande utilità per la rivelazione dei neutrini solari con Borexino.”