L’elettrico

La macchina elettrica e, quindi, la relativa ricarica, stanno creando un popolo di tifosi. Il tifoso del sì, il tifoso neutrale e il tifoso del no. Se fosse un termine calcistico, diremmo 1 x 2, vale a dire una tripletta. Quando vi sono delle novità, purtroppo, la stampa non aiuta. A partire dall’utilizzo del computer che avrebbe creato tantissima disoccupazione, la stessa cosa il ruolo di internet, il grande fratello. Invece, notiamo che pur essendo all’ultimo posto europeo per la digitalizzazione, il computer è a casa di molti italiani, così dicasi per internet e posta elettronica.

L’auto elettrica veniva sottolineata come mezzo innovativo ed anche utile per l’abbattimento del CO2. Tutto ciò sostenuto, in particolare, dal mondo scientifico e degli innovatori. Poi, è subentrato il mondo dei negativisti: la batteria inquina, come si smaltisce ecc. C’è la stessa solfa di quanto sopra decritto.

I numeri

L’auto a batteria ed ibrida in Germania è presente al 20% a far data novembre ultimo scorso; in Cina, dal 5% del 2019 al 20% come dato stimato per il 2020-2025. C’è una macchina, sempre in Cina, che si chiama NIO e che a Wall Street ha avuto un +26% da inizio anno. Non a caso, ha appena superato Volkswagen per capitalizzazione. Altre due start up cinesi: Xpeng ha un +33% e Li Auto +21% ecc.

Da non dimenticare che in Cina oggi domina il carbone per la produzione di energia; in Giappone, la produzione elettrica è legata ancora al carbone ed al gas naturale. L’India, che è il quinto mercato al mondo per vendite di auto, è al quinto posto quale Paese per l’utilizzo di carburante.

In questi giorni, è stato pubblicato uno studio di POLESTAR, il famoso marchio sportivo della Volvo, che sostiene che prima di percorrere il primo km la vettura POLESTAR 2 emetteva quasi il doppio del CO2 della Volvo XC 40 a benzina (26 tonnellate contro le 14 tonnellate), soprattutto per il processo energico di produzione della batteria. La parità climatica si raggiunge dopo ben 78mila km secondo la base del mix elettrico europeo, che scende a 50mila in caso di mix 100% rinnovabile, ma sale a 112 mila con il mix globale attuale.

Le auto nel mondo sono circa 1,4 miliardi, mentre i veicoli elettrici, secondo stime di IEA (Global EV outlook 2020) passeranno dagli 8 milioni del 2019, a 50 milioni del 2025 e a 140 milioni nel 2030. È bene ricordare che i limiti posti dall’Europa al C02 sono di 95g al km quest’anno, solo il 59g dal 2030.

In Norvegia, che non è un paese della UE, la quota dell’elettrico è del 60%; l’Olanda è presente con il 12%. Udite, udite, uno studio delle università di Exeter, Nijmegen e Cambridge ha concluso che le auto elettriche portano ad una riduzione complessiva delle emissioni di CO2.

L’impatto

Se si pretende che l’impatto ambientale delle auto pulite sia 0 è quasi impossibile. L’innovazione tecnologica, da quando è mondo e mondo, non è possibile bloccarla. Anche qui bisogna usare la testa, non la demagogia, ma in maniera convergente, sia da parte delle autorità e sia da parte dei cittadini per essere vicini all’innovazione, ma con forme di alta responsabilità.

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