Emissioni zero: la rilevanza dell’idrogeno

La mobilità sostenibile è un tema cardine della green economy, di particolare urgenza, in un approccio votato all’efficienza energetica, alle energie rinnovabili e all’emissioni zero. Considerando il dettato dal piano europeo per il Green Deal non possiamo trascurare nessun elemento del nostro quotidiano senza che ci sia un’analisi orientata all’ecosostenibilità, alla salvaguardia del pianeta e all’economia circolare.

Oltre all’elettrico

Così le aziende che producono veicoli si stanno da tempo impegnando nello sviluppo di mezzi di trasporto,  macchine ibride e ancor più elettriche. Queste sono diventate oggetto di forte attenzione da parte di molti Paesi, a partire dalla Cina, che oltre alle macchine elettriche costruisce anche le colonnine di ricarica. Ma l’unica energia alternativa e rinnovabile sia quella legata alla risorsa elettrica. Ma oltre all’elettrico che forse per quanto se ne parla ancora non ha una presenza particolarmente qualificata, si parla un po’ meno, fin troppo poco, di altre risorse e fonti energetiche che potrebbero caratterizzare la mobilità del futuro. Una di queste riguarda l’idrogeno che invece sta da tempo dando degli esempi virtuosi anche in termini di concreti sviluppi industriali.

Non solo mobilità, l’idrogeno è una risorsa a prescindere

L’idrogeno è un gas incolore e inodore è l’elemento chimico più leggero ed è circa 14 volte più leggero dell’aria. I suoi atomi sono i più piccoli e semplici, formati da un solo elettrone si uniscono facilmente con gli atomi di altri elementi per formare composti. L’idrogeno può essere trasportato sottoforma di gas da gasdotti o in forma liquida dalle navi. Può essere trasformato in elettricità e metano con riscaldamento per gli edifici e può essere utilizzato nell’industria chimica al fine di produrre ammoniaca, concimi per l’agricoltura e prodotti petroliferi e dell’industria metallurgica per il trattamento dei metalli.

Scenario in Europa

L’Europa ha già notevoli capacità di stoccaggio, la sua rete gas ha una capacità di 36 milioni di mq e supponendo una miscelazione del 10%, potrebbe quindi stoccare immediatamente fino a 100 Tw/h. In futuro anche le caverne di sale ed i giacimenti di gas esauriti potrebbero servire come stoccaggio. Supponendo una capacità disponibile dell’80%, i 18 mld di m³ di caverne di sale in Europa offrono una potenzialità di stoccaggio di circa 40 Tw/h, segnala la Fuel Cells and Hydrogen Joint Undertaking nel report Hydrogen Road Map. La sua infiammabilità è un limite relativo, visto che è meno infiammabile della benzina, e la sua notevole leggerezza favorisce la sua dispersione in spazi aperti in casi di fuga. Inoltre quando brucia lo fa rapidamente. Altro ostacolo: infrastrutture per la distribuzione, la Cina è il più grande produttore mondiale di idrogeno con più 20 milioni di tonnellate di gas prodotto ogni anno, pari ad 1/3 della produzione mondiale.

Macchine a idrogeno ma non solo

Così i veicoli, come le macchine ad idrogeno, potrebbero davvero essere la risorsa “must be” della mobilità del futuro a zero emissioni di CO2. Le macchine a idrogeno convertono l’energia chimica in energia meccanica. Il motore a idrogeno su cui si stanno sviluppano maggiori risultati è il Fuel Cell Electric Vehicle, ovvero quello di quei veicoli che prendono energia elettrica da reazione dell’idrogeno con l’ossigeno in una pila a combustibile, da questo sistema derivano le auto a idrogeno FCEV. La reazione derivate dall’unione di dell’idrogeno con l’ossigeno produce come scarico l’acqua, vapore acqueo, che è quello che viene immesso nell’atmosfera come scarico da queste vetture a idrogeno. Quindi non vi è nessun gas serra emesso da queste vetture. Ma ancor di più a detta di molti l’idrogeno sarà cruciale per altri mezzi di trasporto, non tanto per i mezzi su gomma, ma ad esempio quelli aerei e navali, soprattutto per le grandi navi, e per il riscaldamento degli edifici al posto di altri gas molto più inquinanti.

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