Arriva l’euro digitale: dietrofront della Bce o mossa obbligata?

In un periodo storico in cui le criptovalute (sulla cui trattazione mi sono soffermato qualche settimana fa), grazie soprattutto alla popolarità acquisita dalla più nota di esse, il bitcoin, sono prepotentemente sotto ai riflettori, diventa interessante osservare le reazioni delle Banche centrali mondiali. In particolare, in seguito all’affermarsi delle indiscrezioni sulla potenziale nascita dell’euro digitale, è importante fare un’analisi sulla posizione della Banca Centrale Europea (Bce).

Analisi della posizione della Bce nel 2019

Per un organismo come la Bce, infatti, una posizione contraria alla diffusione e all’utilizzo delle monete digitali potrebbe essere considerata come sintomo di un forte conflitto di interessi.

Per evidenziare questo aspetto possiamo analizzare le dichiarazioni risalenti al 2019 dell’allora Presidente della Bce Mario Draghi, oggi Presidente del Consiglio del nostro Paese. Egli dichiarò che le criptovalute “non sono davvero valute, sono beni. Un euro è un euro: oggi, domani, tra un mese, è sempre un euro. E la Bce sta dietro all’euro. Ma chi sta dietro alle criptovalute? Sono asset molto, molto rischiosi, dal valore estremamente instabile”. Questa posizione della Banca, simile a quella assunta da quasi tutti gli Enti mondiali speculari alla Bce, può essere sviscerata seguendo due direzioni differenti. La prima direzione è quella che, in supporto a quanto dichiarato da Draghi, evidenzia come la volatilità delle valute digitali, non controllabili da un ente centrale, le renda molto meno solide e affidabili di quelle tradizionali (come l’euro). La nostra analisi, tuttavia, può prendere anche una direzione opposta, evidenziando come nell’opposizione delle Banche centrali alla diffusione delle criptovalute vi sia la paura di perdere un potere fondamentale, nonché condizione necessaria per l’esistenza delle stesse Banche: quello di gestire l’emissione di moneta.

Cambiano le carte in tavola: Arriva l’euro digitale?

L’ambivalenza di tale posizione viene evidenziata da quelli che sono gli attuali sviluppi. Sulla scia di quanto fatto dalla Banca centrale cinese con la digitalizzazione dello yuan e dalla Federal Reserve americana con quella del dollaro, nell’ottobre 2020, la nuova presidente dell’Eurotower, Christine Lagarde, ha infatti annunciato l’avvio di un progetto per valutare l’introduzione dell’euro digitale. Sarebbe da domandarsi se questo passo rappresenti un forte cambio di posizione della Bce o evidenzi semplicemente la necessità di rimanere al passo con i tempi e con gli altri Enti monetari internazionali. E ascoltando le parole di Lagarde non si può che virare sulla seconda opzione. “Le criptovalute rimangono asset estremamente volatili, illiquidi e speculativi che non soddisfano tutte le funzioni del denaro, utilizzate spesso per attività di riciclaggio”, ha infatti dichiarato l’attuale Presidente della Banca Centrale Europea.

Il progetto: come funzionerebbe l’euro digitale?

Da ottobre 2020 a oggi si sono fatti ulteriori passi avanti verso la possibilità di ottenere la moneta digitale della Bce. Dopo diverse analisi e una consultazione pubblica avvenuta a gennaio di quest’anno, si procede spediti verso la sperimentazione del progetto. E il lancio potrebbe arrivare prima della fine dell’anno. Ma se le criptovalute sono considerate volatili e, come abbiamo già detto, tolgono il potere di emettere e controllare moneta, come mai la Bce decide di introdurre una sua moneta digitale? La risposta è più semplice di quanto si potrebbe immaginare: l’euro digitale non è concepito come una criptovaluta. O meglio, non del tutto. Come le altre valute digitali di Banche Centrali, infatti, l’euro digitale non sfuggirebbe al controllo della Bce, differenziandosi in questo dalle più affermate criptovalute esistenti, libere dal controllo di qualsivoglia ente centrale. Pur usufruendo della tecnologia blockchain, questa moneta rimarrebbe dunque sotto il controllo di un database delle Bce. Inoltre, tale criptomoneta non sostituirebbe i contanti, ma li integrerebbe.

Come abbiamo potuto osservare le Banche, seppur mantenendo una posizione titubante nei confronti dell’affermazione delle monete virtuali, sono costrette a rimanere al passo con i tempi e adottare questo nuovo mezzo, seppur adattandolo alle proprie necessità e peculiarità. Con l’euro digitale si va fortemente verso questa direzione.

 

 

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