Come veniva presentata la Calabria? Come la si raccontava? Così:
La Calabria si stacca dall’imponente barriera montana del Pollino, che la separa dalla Lucania e si prolunga per 248 km fra lo ionio ed il tirreno sino a Capo Spartivendo occupando una superficie di 15075 kmq.
La Calabria lunga lingua di terra, protesa con le sue montagne centrali, tra due mari, quasi a stendere la mano alla Sicilia.
Per questa sua peculiare conformazione, presenta, come poche regioni d’Italia, panorami di una incomparabile bellezza e vastità. Nell’interno, a brevi passi dalle coste, s’ergono ripidi monti con carattere alpestre, con dense e cupe selve; clima rigido d’inverno, freschissimo d’estate, le coste, invece, clima e flora assolutamente meridionale, eguali, soprattutto nella parte inferiore a quelli della Sicilia. Dalla divina Vallata del Crati a Reggio affascinante, è tutta una sequala, una fantasmagoria di marine, di colli, di monti, di costiere, che si immergono nel glauco mare e nelle quali sono qua e la incastonate, gemme preziose, le relique di grandi illustri città greche che resero famosa questa Italia antichissima. Chi voglia addentrarsi in questa regione si fermi dapprima a Cosenza, chiamata l’Atene della Calabria, ricca di monumenti e cosi via verso Catanzaro e Reggio Calabria.