Gli attori contro l’IA generativa

L’intelligenza artificiale è diventata una questione delicata per gli attori cinematografici e televisivi, che temono che questa possa essere utilizzata per duplicare le loro voci e sembianze. Le associazioni degli attori sono impegnate in colloqui contrattuali con gli studi di Hollywood per sostenere il controllo su come queste simulazioni digitali vengono utilizzate sullo schermo. È uno dei numerosi punti critici nelle trattative contrattuali con gli studi di Hollywood, che si sono finora concluse senza un accordo.

Da parte delle associazioni dei produttori, l’AMPTP, il gruppo che sta negoziando per conto di Walt Disney, Netflix e altri importanti studi e servizi di streaming, ha affermato di aver proposto un modello di impiego della intelligenza artificiale definita “rivoluzionaria” che proteggerebbe dall’uso improprio delle immagini degli artisti. Tali protezioni, hanno osservato gli studi, includerebbero l’ottenimento del consenso di un attore per creare e utilizzare una replica digitale o alterare digitalmente la loro performance.

Proposta respinta dal negoziatore degli attori, in quanto prevede che gli artisti dovrebbero essere scansionati durante il loro unico giorno di lavoro remunerato, mentre le majors acquisirebbero il diritto ad usare “per il resto dell’eternità” tali repliche digitali.

SAG-AFTRA è il più grande sindacato di Hollywood, che rappresenta 160.000 membri, inclusi attori, stuntman e doppiatori. Tutti concordi nel ritenere che lo sviluppo tecnologico dettato dall’IA è sicuramente un grande progresso per l’umanità, ma che esso deve essere governato in modo da migliorare la vita dei cittadini e dei lavoratori, non contribuire a sostituire le persone con il loro “gemello digitale”, senza che queste ne abbiano un beneficio economico.

Un possibile passo in avanti della trattativa potrebbe essere regolamentare l’uso delle repliche digitali di attori, limitandole solamente al film stesso in cui l’attore è impegnato, mentre qualsiasi altro utilizzo richiederebbe il consenso dell’attore e la contrattazione per l’uso, soggetto a un pagamento minimo. Ma tale affermazione degli imprenditori di settore, che apre alla possibilità di utilizzo di immagini senza un esplicito consenso (anche se solo nel film da cui sono ricavate) è considerato un rischio per gli attori. Una situazione di stallo dalla quale si potrà uscire solo con un intervento normativo che chiarisca diritti ed impegni di entrambe le parti.

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