Non penso che sui temi dell’immigrazione, della disoccupazione, del fallimento delle startup, etc… si possa parlare di cambiamento, di svolta e di innovazione, al contrario di quanto affermano alcuni commendatori. Certamente la stampa e la comunicazione nel suo complesso non ci aiutano. Le medesime notizie vengono date con un contrasto a dir poco disarmante, non si capisce quasi nulla se non nel fare della dietrologia per interpretare il contenuto.
E’ possibile fare politica anche sui giovani che non trovano lavoro? I giovani sono di per sé persone sane e volenterose che cercano in tutti i modi di trovare spazi. Cosa facciamo per aiutarli? Parliamo molto male del nostro Paese, mettiamo in luce tutti i difetti, ci presentiamo verso l’estero come un Paese alla deriva, capite bene che con queste premesse perdiamo gran parte della nostra credibilità e reputazione.
Sentieri Digitali non tratta i temi politici, ma tratta certamente quelli della comunicazione. L’Austria dopo 40 anni di socialisti e democratici cambia bandiera politica. Leggendo la stampa nei giorni antecedenti tramite sondaggi veniva diffuso un termometro completamente differente (hanno dato solo numeri, neanche utili da giocare). Ciò dimostra che ognuno in maniera poco professionale da notizie secondo il proprio pensiero e la propria visione politica mettendo da parte il lettore e disinformandolo. Quest’ultimo se riesce a fruire dell’informazione lo fa solamente quando ormai è in ritardo.
E’ mai possibile che si parla di cambiamento, di tecnologie innovative, di cellulari, di tablet che consentono di avere notizie in tempo reale, e continuano ad essere diffuse notizie vecchie e non solo vecchie ma anche distorte? Probabilmente con la comunicazione innovativa fatta da persone non innovative è difficile trovare novità e verità.
Questo vale anche per i dibattiti televisivi: è sufficiente sapere i nomi dei 4 partecipanti alla discussione su di un particolare tema che non c’è nessuna necessità di ascoltarli, il risultato è sempre lo stesso ed è già noto a tutti. In tutto questo troviamo qualcosa che rimandi all’innovazione della comunicazione?
Secondo me tutto questo significa crisi di identità e crisi nell’analisi e nella comprensione del cambiamento. Cerchiamo di tirare avanti finché è possibile con le poche idee in dote e la propria professionalità.
Ciò vuol dire non confrontarsi con i giovani, con il paese reale e pertanto parlare in maniera astratta come avviene anche in politica. Sono spariti i simboli, i riferimenti, le garanzie che ci consentivano di capire la provenienza delle cose. Adesso ci si riempie la bocca di “innovazione”, di “cambiamento”, siamo tenuti a sentire tale vociferare, a sentire la nostra stessa voce che si "autopersuade", con la speranza che ci venga dato un programma che possa convincere il cittadino elettore. La vedo veramente dura.
