Buste arancioni: quale futuro per le pensioni?

Sono circa 7 milioni i destinatari delle prime buste arancioni inviate dall’Inps. Lo scopo dell’istituto previdenziale è quello di permettere al contribuente di conoscere l’estratto conto preventivo e di simulare l’importo del primo assegno della pensione futura.

Nonostante la previsione Inps non tiene conto di fattori variabili, come ad esempio l’avanzamento di carriera del soggetto, è molto probabile che il tasso di sostituzione (il rapporto tra l’ultimo stipendio/reddito ed il primo importo della pensione) metterà in mostra i buchi neri del sistema pensionistico.

Il presidente dell’Inps, l’economista Tito Boeri, ha recentemente allarmato i giovani nati durante il decennio ‘80 sulle loro possibilità di ottenere una pensione. La disoccupazione e la precarietà rendono la capacità contributiva dei giovani discontinua e debole, rischiando concretamente di vanificare i loro sforzi lavorativi.

La disoccupazione giovanile rimane insieme all’invecchiamento una delle costanti del Paese. Secondo i dati Eustat del 2015, il 37,9% dei giovani risulta senza un impiego.

In tale contesto, la previdenza sociale risulta un tema centrale e la diffusione di forme pensionistiche complementari emerge non più come un’alternativa, ma come una possibile soluzione alle problematiche del sistema. La riforma pensionistica entrata in vigore dal 1° gennaio 2007 ha individuato tre forme di previdenza complementare:

  • Fondi pensione negoziali
  • Fondi pensione aperti
  • Contratti di assicurazione sulla vita con finalità previdenziale (PIP, Piani individuali pensionistici)

I fondi pensione negoziali (o chiusi) sono riservati a determinate categorie di lavoratori e istituiti in base a contratti o accordi collettivi tra le organizzazioni sindacali e imprenditoriali.

I fondi pensione aperti sono ad adesione individuale o collettiva e gestiti da banche, assicurazioni, società di gestione del risparmio (SGR) e società di intermediazione mobiliare (SIM).

I cd. PIP sono polizze individuali rivolte a tutti coloro che, sottoscrivendo un contratto di assicurazione con finalità previdenziali, intendono costruire una rendita integrativa.

Tali forme complementari si aggiungono ai Fondi pensione preesistenti istituiti con il D.Lgs n.124 del 1993, il primo atto normativo ad occuparsi di previdenza complementare.

Secondo la COVIP, l’autorità che vigila sui fondi pensione, alla fine del 2015 gli aderenti alle forme pensionistiche complementari sono circa 7,3 milioni, con una crescita del 13,4% rispetto all’anno precedente. La COVIP ha evidenziato i risultati positivi in termini di rendimento delle forme pensionistiche complementari, in particolar modo se inseriti all’interno di un mercato finanziario ancora piuttosto instabile.

Per maggiori informazioni contattare la società: Sfera Assicurazioni (agenzia Unipolsai)

Tel 06-519576778

Email: segreteria@sferassicurazioni.it

 

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