Nei prossimi giorni, con la visita alla Casa Bianca, la premier Meloni renderà ufficiale la decisione italiana di uscire dal Memorandum of understanding sulla nuova Via della Seta cinese; l’accordo stipulato dall’allora presidente del Consiglio Conte è in scadenza per la fine del 2023 e non sarà rinnovato. Diventa definitiva una scelta di campo netta e chiara nel quadro delle alleanze internazionali, che vede l’Italia a fianco dei paesi atlantisti e ben lontana da qualsiasi cedimento nei confronti della Cina, alla luce dei recenti sviluppi dei rapporti internazionali e delle minacce nei confronti dell’autonomia di Taiwan.
La decisione era già nota da tempo, e non sono mancati in questi mesi cenni a possibili ritorsioni economiche da parte di esponenti di primo piano cinesi; ma le imprese nazionali non hanno da temere, in quanto la solidarietà dell’Europa e degli Usa non mancherà, avendo questi già assicurato importanti garanzie in merito ad eventuali contraccolpi commerciali.
Infatti l’accordo politico UE sull’Anti-Coercion Instrument (Aci), definito dal vice presidente esecutivo Valdis Dombrovskis “un chiaro segnale ai nostri partner globali: rigettiamo ogni forma di coercizione economica da parte di Paesi terzi”, guarda alla Cina come elemento di rischio e prevede contromisure commerciali che si attiverebbero a livello europeo in caso di ritorsioni verso l’Italia (come nei confronti di altro Paese europeo). Inoltre, qualora la Cina dovesse boicottare le imprese italiane, non potrebbero essere sostituite da imprese concorrenti di altre nazioni UE.
Si apre, per l’Europa e più a vasto raggio con gli Usa, un rapporto di coesione basato sui valori fondamentali della democrazia, che pone in primo piano questi, piuttosto che il vantaggio economico di breve periodo; un nuovo modo di essere parte dell’Europa o dell’area atlantista, non più basato su regolamenti ed azioni di politica comunitaria e commerciale, ma sulla necessità di fare fronte comune nei confronti di un’autocrazia chiusa ed aggressiva, che mette a rischio l’equilibrio mondiale.