Il 15 novembre è stato presentato il Rapporto sull’eProcurement realizzato dal Politecnico di Milano, per stimare il grado di utilizzo delle applicazioni digitali a supporto dei processi di acquisto della PA (gare e aste elettroniche, mercati elettronici e cataloghi online di operatori privati, negozi online a supporto delle convenzioni). I benefici potenziali sono amplissimi, poiché vanno ad incidere su una spesa complessiva del sistema pubblico che ammonta a quasi 200 miliardi di euro, un valore più elevato persino della spesa per il personale pubblico (150 miliardi di euro per 3,5 milioni di dipendenti).
Attualmente il volume di acquisti realizzati in via elettronica ammonta a 3% circa della spesa globale (5 miliardi e 96 milioni di euro), interessando solo una parte delle 11.000 entità pubbliche. Di queste, circa la metà ha utilizzato almeno una volta nell’anno uno strumento di eProcurement, ma in prevalenza per acquisti sperimentali, non in via sistematica; infatti, solo 2000 enti si affidano regolarmente al eProcurement.
I benefici dell’eProcurement sono significativi, come ha evidenziato il Rapporto: mediante le gare e le aste si conseguono risparmi sul prezzo di acquisto (- 10 / 15%), si riducono i tempi per l’espletamento delle procedure di gara (- 30 / 40%) e soprattutto si incrementa la trasparenza e si riducono i contenziosi. Con i mercati elettronici, oltre alla riduzione dei prezzi di acquisto, si ha una diminuzione (- 30 / 60%, con picchi superiori all’80%) del tempo necessario per gestire l’acquisto, con notevole miglioramento dell’efficienza e della produttività dell’ente.
Complessivamente, una stima prudenziale dei benefici economici di una adozione diffusa dell’ePro-curement misura il risparmio totale per la PA in circa 3,6 miliardi di euro l’anno. Tale cifra potrebbe raggiungere i 5 miliardi l’anno affiancando all’eProcurement anche procedure di “Procure-to-Pay”, ovvero l’integrazione “completa” nello scambio dei documenti del ciclo dell’ordine (ordine-> consegna->fatturazione->pagamenti) tra Pa e imprese. In tempi di crisi, un tesoretto non indifferente a disposizione del governo per finanziare stimoli alla crescita economica, fondi di ricerca, interventi sociali.
E’ quindi necessario che il processo di modernizzazione della PA, a cui sta lavorando con impegno e successo il ministro Brunetta, prosegua mirando all’adozione su larga scala dell’eProcurement. Non si dovranno affrontare difficoltà tecnologiche, in quanto gli strumenti disponibili sono semplici da utilizzare e perfettamente rodati. Il mercato elettronico realizzato da Consip è impeccabile ed efficiente, e sotto la guida dell’AD Danilo Broggi è diventato uno strumento che soddisfa qualsiasi esigenza. Inoltre l’opera di informazione è stata capillare e tutti i settori della PA ne conoscono le potenzialità e i vantaggi per gli Enti.
Ma è indispensabile un cambio di mentalità, che metta al centro l’efficienza dell’Amministrazione e l’etica del “servizio ai cittadini” come obiettivo primario degli amministratori Locali di qualunque Ente,. Ciò al fine di sconfiggere definitivamente le derive clientelari che con troppa frequenza diventano oggetto di indagini della magistratura o di rilievi della Corte dei Conti. Gestire il patrimonio pubblico richiede responsabilità ed etica, specialmente in tempi di crisi economica internazionale e di profonde alterazioni degli equilibri mondiali, causati da una globalizzazione troppo veloce per dare il tempo al Vecchio Continente di adeguarsi ad essa.