Elezioni Stati Uniti d’America e Digitalizzazione

L’Italia è al 26° posto per la digitalizzazione nell’ambito dell’Unione Europea. Il nostro esempio è sempre stato quello di guardare gli Stati Uniti.

Particolarmente nell’ambito delle innovazioni e progressi digitali. Da martedì 3 novembre, abbiamo constatato come si verifica la digitalizzazione in America. Durante queste elezioni, la pandemia Covid-19 ha incentivato l’utilizzo del voto per corrispondenza. Questo tipo di voto consente al più alto numero possibile di elettori di esprimere la loro preferenza senza invadere i seggi. Ciò avviene trasportando pacchi di voti a distanza, spesso di giorni scaduti rispetto alle elezioni, e consegnarli in un luogo nel quale, se serve, avverrà la verifica e la congruità. Questa scelta del voto per corrispondenza sembra essere una strategia vincente, un po’ più per i democratici, un po’ meno per i repubblicani, ed assolutamente innovativa.

In realtà, già ai tempi della Guerra Civile e di Abraham Lincoln, e quindi molto prima della pandemia, era possibile esprimere la propria preferenza attraverso il voto per corrispondenza in ben 34 dei 50 stati appartenenti agli Stati Uniti d’America.

I risultati ed i successivi scontri ad urlo di “stop the steal” sono stati uno spettacolo a dir poco umiliante, non per Trump o Biden, ma per gli interi Stati Uniti d’America.

A breve, saranno cancellati i cosiddetti “istituti esperti di sondaggio” – qualifica impropria. Non a caso, risulta evidente come qualsiasi quotidiano e giornale riportasse il “forte” distacco tra Trump e Biden, addirittura con oltre 20 punti a favore dell’ultimo. Generalmente, sul piano tecnico, si suole dire che può presentarsi un errore – chiamato “forchetta” – che va dal 3 al 4 per cento. Anche questa percentuale dovrebbe essere oggetto di rivisitazione, in quanto sono usciti in maniera paritaria il numero dei voti di Biden e Trump.

La sostanziale differenza è stata quella della partecipazione di un elettorato, mai visto fin ora, che ha votato per corrispondenza, raggiungendo quasi lo stesso numero dei votanti che si sono recati alle urne in persona.

Visto che, mediante il voto per corrispondenza, viene tutto semplificato, non dobbiamo sorprenderci se a breve si abolirà il voto fisico per adoperare preferibilmente quello previa corrispondenza. Ciò comporterebbe molti benefici: evitare le code, risparmiare tempo, abbattimento CO2 e, in periodi come questo, sicurezza per chi va a votare. Come vedete ci sono molti ingredienti che alcuni economisti riporteranno a valore per dire che le cifre risparmiate ammonterebbero miliardi e che, conseguentemente, non andare in persona sarà un successo.

Dopo ben 43 anni al Parlamento, di cui 36 come Senatore, Biden è il 46esimo presidente degli USA. Il concetto di rinnovamento che ci viene in mente è la dimostrazione provata che non c’entra più l’età o la permanenza del proprio status, ma cambia e si adatta di volta in volta secondo il soggetto in questione. Nonostante Biden sia stato eletto solo al 50% – o poco più – da parte dei votanti, egli si è proclamato come il nuovo presidente di tutti gli Stati Uniti d’America, inclusi il restante 48% che non lo hanno votato. In tutto ciò, Kamala Harris afferma che “è la prima donna vicepresidente, ma che non sarà l’ultima”.

In questo periodo sono presi di punta i dottori di medicina generale.

Tra questi, si è dimostrata molto disponibile e presente la Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, anche attraverso l’aiuto costante del presidente Claudio Cricelli. La succitata Società ha chiarito che è necessario un protocollo dell’Istituto Superiore della Sanità per capire come creare e somministrare i vaccini Covid-19 per ottenere un risultato ottimale. Il SIMG Ha anche chiarito su come sia opportuno individuare e identificare il virus e registrare il paziente. Ciò detto non è così scontato poiché il paziente, per sua tutela, necessita di essere inserito, tramite il suo Codice Fiscale, nel sistema del Servizio Sanitario Nazionale tramite la tessera sanitaria. Cricelli sostiene che questa è una delle funzioni previste dalla Convenzione Nazionale, nel momento in cui afferma “sono medico di famiglia”. Inoltre, egli afferma che, essendo un medico, deve assecondare la Convenzione e che ogni medico dovrebbe fare lo stesso presso il proprio studio di medicina generale. In alternativa, se lo studio non è idoneo o non ha i requisiti, secondo le disposizioni vigenti, ci si potrà recare presso gli spazi che stanno cercando di creare ad hoc presso le ASL. Si comprende chiaramente che siamo innanzi ad una mera improvvisazione da parte del Governo. Ormai sentiamo sempre più spesso quel “vorrei ma non posso”.

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