Continuiamo ad essere strani

Parliamo di emergenza immigrati. Partiamo dall’Istat. I dati rivelano che il numero “percepito” di stranieri nel nostro Paese è molto più alto di quello reale. “Quello fa per dieci!”. Proviamo a studiare il fenomeno, cerchiamo di farlo subito e non fra 10 anni, allora non servirà più studiare ma rimarrà solo come una mera conta. La cancelliera tedesca è brava, generosa ed anche umana, cosa ha fatto? Si è presa tutti i giovani laureati utili e necessari da inserire nel mondo lavorativo, anche nell’industria 4.0.

Nel 2004 gli immigrati erano due milioni, 4 milioni nel 2012, e siamo arrivati a 5 milioni nel 2015.

Chi prende l’Italia? Vediamo: dalla Libia le richieste d’asilo sono state 12 mila nel 2010, 26 mila nel 2013 e 124 mila nel 2016.

Perchè si percepisce un numero molto elevato? Il motivo è semplice: molti immigrati sono accampati alla stazione in condizione da non poter descrivere. Si è prevenuti da tutti i numeri che vengono dalle agenzie, anzi si è portati a dire che sono numeri falsi. Anche sugli immigrati vi è una divisione di tipo politico. Tutti sono pronti ad accettare l’accoglienza agli immigrati, ma dovremmo farlo con criteri precisi. Parlare di umanità e poi buttarli per strada è preoccupante ed è anche poco credibile lo sforzo che il Governo Italiano sta facendo. Viene percepito come “un affare” per chi li ospita, rispetto al compenso. L’immagine qual’è? La cooperativa, le ONG sono attente al fenomeno, poi vengono fuori gli improvvisatori di affari con la complicità dei governi locali e nazionali.

Ambienti non idonei, numero di persone che non rispettano i metri quadrati disponibili (mentre molte fattorie e aziende agricole se non rispettano gli spazi previsti per le proprie bestie passano nei guai). Se si apre una finestra di 20 cm scatta la legge sull’abusivismo. Siamo abituati a vedere da sempre “queste regole” che ci sono ma che vengono applicate a corrente alternata e che portano il cittadino a collocarsi sulla colonna dei cattivi che corrisponde alla “sfiducia”. Cosa c’è da fare? Molta meno burocrazia, molta meno demagogia e cerchiamo di non essere i primi della classe rispetto al resto dell’Europa: 26 contro uno! Ma siamo i migliori? Provate a riflettere con calma! La Merkel è buona si! L’italia oltra ad essere, purtroppo per loro, priva di titoli studio e anche non qualificata, la risposta di taluni che va avanti da molti anni: “noi italiani non facciamo certi lavori!”

I nostri politici sono degli strateghi, infatti, fanno politica oggi per ieri. Non si curano di un fattore molto importante che è la demografia. Nel 2050 nel mondo chi raddoppierà i propri abitanti? Solo l’Africa. Ci stiamo preoccupando degli sbarchi promossi da persone che ancora non siamo in grado di definire, almeno per quello che abbiamo avuto modo di leggere nella stampa ed anche dalle iniziative del Ministro degli Interni Minniti. Bisognerebbe fare un “Piano Marshall” per l’Africa tentando di attuare dei progetti industriali a 10/20 anni, qualificando le nuove generazioni, compresi i nativi digitali, ad apprendere elementi formativi che consentano loro di avere una forma di autonomia e nello stesso tempo quella di cooperare con i Paesi più industrializzati. Se invece si vuole concentrare l’attenzione a sperperi da parte di 4 proprietare di case o alberghi per incamerare i 35 euro lordi, ed abbiamo notato che anche li la concorrenza è spietata, ciò significa non essere un Paese adeguato a livello internazionale oltre che privo del rispetto delle regole. Improvvisando ogni giorno non avremmo degli istituti giuridici innovativi ma solo abuso di potere che stravolge le norme elementari del concetto di proprietà, di riservatezza e di rispetto del prossimo. Lasciamo a Papà Francesco parlare a ruota libera, in quanto sacerdote e pertanto libero di invitare se stesso e il resto del mondo ad essere disponibili, non si capisce in relazione a cosa, ma lo comprendiamo per il ruolo che ricopre. Non c’è bisogno di lanciare proclami da parte di monsignori che orbitano presso la città dello Stato Vaticano, magari privi di esperienza elementare di diritto internazionale, di diritti umani e poco conoscitori dei conflitti nel mondo. Il periodo delle ferie è concluso, speriamo che l’autunno con il fresco metta in condizioni le teste pensanti e di responsabilità di rientrare nei ranghi e fare riferimenti a provvedimenti non autoritari ma, come loro stessi dicono, rispettando la democrazia.

Una ipotesi di lavoro: apriamo verso molti paesi per un numero chiuso verso il nostro Paese e lasciamo solo lo spazio a coloro che provengono dai Paesi in guerra. Un invito alla politica: trovate una soluzione convergente, mostrando di essere democratici ed anche di essere un paese civile.

Francesco Chiappetta
Il prof. Francesco Chiappetta, manager d'azienda, è stato docente universitario di vari atenei. Ha profonda esperienza comprovata da incarichi importanti in azienda leader nel settore delle telecomunicazioni. La sua esperienza diversificata ha l’obiettivo di fornire consulenza direzionale, innovativa e approfondita. E' iscritto all'albo dei giornalisti dal 2005, successivamente nel 2007 pone un’iniziativa editoriale, per la società Si -ies, fondando Sentieri Digitali E-magazine di creatività e tecnologia per la comunicazione d’impresa. L’obiettivo di Sentieri Digitali è dedicato alla Comunicazione d’impresa in senso lato: ovvero dalle grandi imprese alle pmi e gli artigiani, dai professionisti alle PA, dal Marketing agli obblighi d’informazione per le società quotate. L’intero contesto dell’e-magazine è incentrato sui passi evolutivi della trasformazione digitale.

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