Alla fine della pausa estiva, il rientro ci riporta in una realtà dominata ancora da gli stessi problemi: La guerra in Ucraina, scatenata dall’invasione russa che da sei mesi sta opprimendo e distruggendo il Paese; l’enorme rialzo dei prezzi dell’energia, la cui ampiezza è tale da mettere in crisi una buona parte delle imprese nazionali; in ultimo, la caduta del governo Draghi, con il conseguente scioglimento delle Camere, ho aperto una campagna elettorale in cui una moltitudine di sigle politiche, a volte sconosciute al grande pubblico, si contendono i voti dei cittadini con proposte talvolta non sostenibili.
È un momento di grande incertezza sia sul piano internazionale che a livello italiano, in quanto non si riesce ancora ad avere ipotesi concrete per i problemi attualmente in essere.
Sul fronte del conflitto in Ucraina, manca qualsiasi disponibilità a trattare da ambo le parti, nevi sono significative iniziative da parte dell’Unione Europea o delle Nazioni Unite; l’unica iniziativa diplomatica andata a buon fine ad oggi è lo sblocco delle esportazioni di beni alimentari, ad opera del premier turco Erdogan.
Diretta conseguenza della guerra in Ucraina e delle conseguenti sanzioni nei confronti della Federazione Russa, è l’emergenza dovuta al prezzo del gas, sul quale manca ancora l’accordo su un tetto al prezzo, mentre i governi nazionali non riescono a gestire le richieste di sgravi economici da parte delle imprese e delle famiglie.
In tale contesto, la campagna elettorale verte principalmente su questi temi: La salvaguardia del potere d’acquisto delle famiglie a fronte di un inflazione crescente; la crescita dei costi energetici che mette a rischio la produzione industriale, la gestione dei fondi del PNRR e le priorità su cui focalizzare le risorse.
L’augurio con cui iniziamo questo nuovo anno di lavoro e che dalle elezioni possa risultare il prevalere di forze politiche responsabili, competenti e attente ai bisogni del Paese.