I distretti costituiscono il nucleo centrale e più solido dell’economia italiana. Sono una realtà fondamentale per il mantenimento dei livelli occupazionali – poiché raramente le imprese dei distretti delocalizzano – riescono ad innovare e ad essere presenti nei mercati internazionali. Ad essi dovrebbe essere riservata una particolare attenzione da parte delle istituzioni, in special modo in termini di infrastrutture a loro disposizione. Che invece non si è verificata riguardo la disponibilità di connessioni a banda larga, indispensabili per l’uso evoluto di Internet richiesto dagli attuali standard gestionali quali il cloud computing.
Paradossalmente, le famiglie dispongono di collegamenti più veloci delle imprese, poiché la crescita della rete è stata guidata dal criterio di coprire il Paese in termini di popolazione piuttosto che di unità produttive. Per "misurare" la presenza della banda larga si calcola la percentuale di persone (residenti nelle città) che possono navigare ad alta velocità, ma sono state trascurate le aziende che, lontane dai grandi centri, producono ricchezza e sviluppo.
Pertanto si verifica che l’ADSL a 20 Megabit raggiunge solo il 64% delle imprese, dato che per i distretti peggiora sensibilmente, al punto che la copertura è inferiore al 50% in diverse zone (nel Veneto solo il 48%), e scende ancora di più in aree meno popolose, quali San Daniele del Friuli, "patria" di una delle eccellenze dell’agroalimentare italiano, fino a scomparire nel tessile di Lecco o tra i produttori di casalinghi del distretto piemontese di Omegna-Stresa-Varallo Sesia.
Per aziende che esportano è un gap insostenibile, un costo occulto ch ne riduce il potenziale di crescita, a danno di tutto il Paese.